Commento: va da vigiliare che alcuni politici giapponesi che evocano lo spettro del militarismo
"No alla modifica della Costituzione! Ci opponiamo alla guerra!" Ecco l’annuncio del “Moviemento Pubblicitario di Opinione dei Cittadini”pubblicato a pagina intera su quattro giornali, per esprimere l’opposizione alla modifica della Costituzione del Giappone. Sempre lo stesso giorno, il primo ministro giapponese Fumio Kishida ha pronunciato un discorso video a un comizio dei gruppi di revisione costituzionale, sostenendo ancora una volta la revisione costituzionale e dicendo di cercare di "raggiungerla il prima possibile". Due giorni dopo, durante la sua visita nel Regno Unito, Kishida ha affermato clamorosamente che "l'Asia orientale di domani potrebbe diventare Ucraina" e ha raggiunto un consenso di principio con la parte britannica sull'"accesso reciproco" tra le forze di autodifesa giapponesi e l'esercito britannico.
Quest'anno ricorre il 75° anniversario dell'attuazione della Costituzione del Giappone. Tuttavia, una serie di azioni di alcuni politici giapponesi ha mostrato che questi ultimi stanno deviando costantemente dalla via del pacifismo, cercando spesso di rompere i vincoli della Costituzione pacifista e esagerando le minacce esterne, nel tentativo di consentire al Giappone di stabilire un Wehrmacht e di avere il diritto di lanciare una guerra con altri paesi. La comunità internazionale deve essere in massima allerta per questi segnali perocolosi che alcuni politici giapponesi hanno scatenato per evocare lo spettro del militarismo.
75 anni fa, dopo la totale sconfitta del Giappone nella seconda guerra mondiale, fu emanata una nuova Costituzione postbellica. L'articolo 9 della Costituzione stabilisce chiaramente che il Giappone rinuncia per sempre alla guerra, alla minaccia della forza o all'uso della forza come mezzo per risolvere le controversie internazionali. Perciò, la nuova Costituzione del Giappone è anche conosciuta come Costituzione pacifista. In un lungo periodo dopo la seconda guerra mondiale, il pacifismo ha permesso al Giappone di ottenere la fiducia dei paesi asiatici, e la sua economia è stata in grado di svilupparsi costantemente.
Tuttavia, negli anni '90, con la politica sempre più conservatrice, lo sviluppo economico in Giappone è entrato in un periodo di stagnazione per 30 anni. A questo proposito, il governo giapponese non ha scelto la riforma politica e l'innovazione tecnologica economica, ma ha cercato di deviare le lamentele interne e risolvere i conflitti interni con frizioni esterne e guerre internazionali. Poiché la Costituzione pacifista limita il Giappone all'uso della guerra per risolvere le controversie internazionali e stabilisce che la spesa militare non dovrebbe superare l'1% del PIL, il governo giapponese ha messo gli occhi sulla modificazione della Costituzione.
Nel 2007, il governo Abe ha compiuto il primo passo per promuovere la revisione della costituzione. Dopo il suo insediamento, anche l'attuale Primo Ministro Kishida, ha espresso più volte che farà avanzare l’agenda rilativa. L’attuale conflitto tra Russia e Ucraina sembra aver fornito una nuova scusa alle forze politiche giapponesi per modificare la Costituzione. Dicono con impazienza che solo la revisione della Costituzione potrebbe garantire la sicurezza del Giappone.
Tuttavia, proprio mentre il primo ministro giapponese chiedeva una revisione costituzionale, si vedono sempre più i poveri che fanno la fila per un pranzo in scatola sulle strade di Tokyo.
Da un lato, il PIL continua a diminuire e, dall'altro, la spesa militare in aumento per la partecipazione alle guerre. La revisione forzata della Costituzione da parte del governo giapponese significa che più giapponesi soffriranno la fame, invece di portarli cosidetta sicurezza.
Per i Paesi asiatici vinici e il mondo, il tentativo di modificare la Costituzione da parte di alcuni politici giapponesi fa vedere alle persone il fantasma del "militarismo". Durante la seconda guerra mondiale, la guerra di aggressione lanciata dal militarismo giapponese causò un forte dolore ai suoi vicini asiatici e il Giappone divenne l'unico paese al mondo ad essere colpito da armi nucleari. Le lezioni storiche non dovrebbero essere dimenticate. Se il governo giapponese insisterà nel modificare la Costituzione, porterà sicuramente un impatto sulla sicurezza e stabilità regionale.
Dopo la visita in sei nazioni appena conclusa di Fumio Kishida, molti Paesi asiatici hanno reagito con cautela alle cosiddette minacce esterne che ne Kishida ha parlato. Ciò dimostra che i paesi asiatici fanno tesoro della pace conquistata a fatica. Il governo giapponese deve ascoltare le voci del pubblico amante della pace sia in patria che all'estero, imparare dalla storia e continuare a seguire il percorso dello sviluppo pacifico.