[In altre parole] Il 2022 visto dalla Cina, civiltà ecologica

2022-03-11 10:25:43
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Il cambiamento climatico minaccia l’intera umanità.

Se non corriamo subito ai ripari, la biodiversità sarà a rischio e, con essa, la vita degli esseri umani.

Secondo un rapporto del comitato intergovernativo delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici è urgente trovare soluzioni ad eventi meteorologici estremi, insicurezza idrica ed alimentare e all’innalzamento del livello del mare, soprattutto in Asia.

In Cina la lotta al cambiamento climatico lo hanno preso sul serio, anche nei dettagli durante la cerimonia di apertura delle Olimpiadi invernali hanno utilizzato soltanto il 10% dei fuochi di artificio rispetto a pechino 2008, e utilizzando fuochi che emettono il 70% in meno di sostanze inquinanti.

Alla 75ª sessione dell’assemblea Generale dell’ONU il Presidente cinese ha annunciato che la Cina raggiungerà il picco delle emissioni di CO2 prima del 2030, per poi conseguire la neutralità dal carbonio prima del 2060.

Da qui al 2030 la Cina si impegna ad aumentare del 25% i combustibili non fossili nel consumo dell’energia primaria.

A questo si aggiungono 6 miliardi di metri cubi di foreste in più ed una produzione di oltre 1,2 miliardi di kilowatt dal solare e dall’eolico.

Mentre i paesi sviluppati, di solito, impiegano dai 50 ai 70 anni per passare dal picco all neutralità, la Cina si è impegnata a impiegarne meno di 30.

Un impegno che la Cina ha sostenuto costantemente negli ultimi decenni, nonostante fosse contemporaneamente impegnata a far uscire dalla povertà milioni di poveri rurali tra il 2005 e il 2020 ha ridotto le emissioni di anidride carbonica di quasi 6 miliardi di tonnellate. Ed è anche intervenuta sui consumi: tra il 2016 e il 2020, mentre l’economica cresceva in media del 5,7%, il consumo di energia cresceva della metà: il 2,8%.

La quantità di energia risparmiata rappresenta circa la metà del risparmio energetico globale nello stesso periodo.

Nello stesso arco di tempo il governo centrale ha stanziato 78,3 miliardi di Yuan per combattere l’inquinamento idrico, 97,4 per quello atmosferico e 28,5 per quello del suolo. A questi si sono aggiunti altri 25,8 miliardi di Yuan per i problemi ambientali delle regioni rurali.

Anche l’iniziativa Belt and Road ha sviluppato e fatto propria questa prospettiva. È stato lanciato un programma chiamato Green Silk Road Envoy per sostenere la capacità di protezione ambientale dei paesi in via di sviluppo ed attuare l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile. Inoltre, Pechino ha scelto di intensificare la cooperazione sud-sud, fornendo sostegno a più di 80 paesi in via di sviluppo nella conservazione della biodiversità.

L’impegno cinese per una riconversione green della propria economia è riscontrabile anche dall’analisi dei dati della produzione industriale del 2020. Nonostante la pandemia, si è registrato una forte crescita dei settori industriali legati all’economia verde. Questo, anche grazie al fatto che la Cina ha conquistato il primo posto in termini di numero di brevetti, investimenti e potenza totale generata dalle energie rinnovabili.

Italia e Cina collaborano già da oltre 20 anni sulle energie rinnovabili, sull’efficienza energetica e sul trasporto a basse emissioni. E le più importanti compagnie energetiche italiane hanno collaborazioni in essere con i principali player cinesi del settore. Ciò ha permesso scambio di know-how e tecnologie innovative, ed un concreto contributo al conseguimento degli obiettivi climatici dei due Paesi.

Cina e Italia inoltre, prestano grande attenzione alla ricerca ed allo sviluppo di tecnologie chiave per la produzione di energia dall’idrogeno.

Un rapporto sinergico e cooperativo tra i due paesi rafforzerebbe i legami di amicizia e la cooperazione, ma soprattutto darebbe un impulso decisivo ad un settore chiave per il raggiungimento della neutralità carbonica.

Già dal 2012 il PCC ha inserito nel proprio statuto il concetto della civilizzazione ecologica. Anche per questo, nel corso dei lavori della doppia sessione a Pechino, si è posto l’accento sui passi concreti da muovere per rispettare gli impegni presi dal paese per raggiungere la neutralità dal carbonio entro il 2060.

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