Neanche gli statunitensi non credono le diffamazione sullo Xinjiang

2022-01-08 20:55:39
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Il 31 dicembre 2021, la TESLA ha pubblicato una notizia: si è aperto a Urumqi il primo centro di TESLA nella Regione Autonoma Uigura dello Xinjiang. Proprio per questo, la Tesla è stato attaccato dai politicanti statunitensi.

La fonte di questo incidente risale alla sottoscrizione della “Legge uigura sulla prevenzione del lavoro forzato” negli Usa e quest’ultimi intendono contenere gli scambi commerciali tra le aziende Usa e lo Xinjiang. Tuttavia, la “tradizione” di TESLA ha colpito gli Stati Uniti come uno schaffo in faccia.

Un responsabile della zona dell’ovest della Cina di TESLA ha spiegato che lo Xinjiang è il paradiso per guida autonoma e sempre più turistiproprietari di auto vogliono fare un viaggio nella regione, perciò è emersa una grande domanda di assistenze e acquisito locali di TESLA ed è così nato il centro di TESLA ad Urumqi.

La Tesla non è la prima azienda straniera ad aprire un centro in questa regione. Vi ci sono tante aziende straniere perchè sanno che la diffamazione sullo Xinjiang dall’Occidente è falsa.


Come riconoscere la bugia? Già 38 anni fa, molti giapponesi hanno trovato il migliore metodo: usare i propri occhi e orecchie conoscere una vera Cina. 38 anni fa, 3000 giovanni giapponesi hanno fatto una visita in Cina, i giornali e le televisioni hanno inviato i loro giornalisti in Cina per le varie interviste. Anche molti giapponesi ordinari sono venuti in Cina per turismo. Oggi, la situazione simile riemerge tra il Giappone e lo Xinjiang.


Il Consolato generale della Repubblica Popolare cinese in Osaka ha attivato alla fine dell’anno scorso un attività di fare un viaggio nello Xinjiang nel Post-Covid e in meno di un mese 1028 giapponesi si sono iscritti all’attività. Il console generale cinese Xue Jian ha indicato che attualmente la società nipponica sta seguendo vicinissimo lo Xinjiang e la diffamazione degli Usa sulla Cina ha annoiato e disgutato tanti amici giapponesi e qusti ultimi desiderano di andarci per conoscere la vera situazione.


Oltre agli amici giapponesi, negli ultimi anni, tanti amici di altri paesi sono venuti in Cina per vedere il vero Xinjiang. Un israeliano che ha oltre 30 milioni di follower su internet ha conosciuto un zio che coltivano il cottone in Xinjiang. Attraverso la tecnica di coltivazione autonoma del cottone, il zio è in grado di guadagnare un reddito annuale tra 700 e 800 mila yuan. “La voce dello Xinjiang conta. I locali hanno più diritto di parola per la propria vita.” Ha così scritto l’israeliano.

Tra i commenti dei blogger stranieri, si vedono anche i canadesi e gli australiani e senza dubbio molti stuanitensi.

Pochi politicanti statunitense dietro i tavoli sono stati nello Xinjiang e hanno progettato una serie di bugie infondate. Tutto il mondo e lo Xinjiang hanno testimoniato e smentito le bugie inventate dagli Usa e la legge statunitense basata su queste bugie per contenere la Cina.


Dopo l’approvazione della legge sullo Xinjiang nella camera dei deputati, il presidente della Camera Pelosi ha fatto una promessa fiduciosa di approfittare la grande potenza economica degli USA ad attaccare lo Xinjiang. Sentite queste parole ogni sostenitore economico statunitense è rimasto indifendibile, perché questa legge potrebbe distruggere più gravemente la filiera di fornitura già paralizzata. Le aziende multinazionali quali Nike ed Apple cercano con ogni sforzo per indebolire gli articoli centrali della legge.

Nel contesto di mancanza di chip, tra i settori più colpiti figura il settore automobilistico. La prosperità e la debolezza di TESLA è collegato alla posizione di manifatturiera a cui gli Usa presta molta attenzione. Da questo punto di vista, la manovra degli Usa non sembre preoccuparsi degli interessi nazionali e può essere considerata come un esempio di sacrificio degli interessi a lungo termine per raggiungere l’obbiettivo politico a breve termine. Ora il governo statunitense ha scelto di andare contro la volontà le loro aziende e il popolo statunitensi, non sarebbe annomale che il popolo statunitense va in contrario al governo statunitense. La TESLA che ha “tradito” il governo statunitense non sarà l’unica né l’ultima azienda che dice “no” alla legge sullo Xinjiang.

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