Come agisce la “democrazia all’americana” di fronte a 50 milioni di casi di contagio e 800mila decessi?
Fino al 13 dicembre, sono stati segnalati in tutto il territorio degli Stati Uniti oltre 50 milioni di casi di contagio e circa 800mila decessi, numeri che si trovano tutti al primo posto al mondo. Guardando queste cifre, i politici americani hanno ancora il coraggio di gridare al rispetto della “democrazia” e dei “diritti umani”?
Ripercorrendo l’intero processo dallo scoppio e la diffusione dell’epidemia di Covid-19 negli Stati Uniti, è facile sapere che dall’inizio il lavoro di prevenzione è stato ritardato dai politici americani che avevano in mente solo i loro interessi politici. Molti media americani hanno affermato che se il governo avesse affrontato l’epidemia in modo scientifico, molte persone non avrebbero perso la vita.
Il sistema democratico all’americana è risultato completamente incapace di fronteggiare l’epidemia di Covid-19. Secondo quanto riportato da Reuters, a partire da quest’anno, oltre 450mila americani hanno perso la vita a causa dell’epidemia, e la maggioranza di essi non è stato somministrato alcun vaccino.
I danni portati dall’epidemia alla società americana sono molto gravi ed estesi non solo al campo della sanità pubblica. Le questioni sociali esistenti a lungo tempo come il razzismo sono state ulteriormente inasprite della crisi epidemica. L’epidemia ha messo in luce diverse contraddizioni politiche, sociali ed economiche degli Stati Uniti rivelando ulteriormente tutti i punti deboli della democrazia all’americana. 50 milioni di contagiati e 800mila di decessi dal Covid-19 suonano nuovamente l’allarme ai politici di Washington che sono chiamati a mettere al primo posto la salute e la sicurezza degli americani.