La “democrazia americana” insanguinata dalle sparatorie
Giorni fa, si è verificata negli Usa una nuova sparatoria. Uno studente di liceo di 15 anni nello Stato del Michigan ha estratto una pistola, regalo di Natale dei suoi genitori, e ha ucciso 4 studenti.
Gli Usa intendono a promuovere all’estero la propria democrazia per “proteggere i diritti umani”. Tuttavia, non riescono a proteggere neanche il più fondamentale diritto dei suoi cittadini: il diritto alla vita. Come sottolineato da un think-tank cinese nel suo rapporto "Dieci domande sulla democrazia americana", l’abuso delle armi sta minacciando i diritti umani fondamentali di ogni cittadino americano.
Secondo alcuni dati statistici, gli Usa hanno una legge debole per il controllo delle armi da fuoco, le più numerose al mondo in questo Paese: circa 393 milioni. La minaccia provocata dalle armi è impressa nella memoria di tutti gli americani: “Quasi ogni cittadino americano conosce almeno una vittima di stragi”.
Ma perché è così difficile controllare l’uso delle armi private?
In primo luogo, tale questione è provocata dai punti deboli propri del sistema legale e politico; essi rappresentano un fattore diretto che ostacola l’approvazione di leggi sulle armi da fuoco.
Inoltre, la politica del “denaro” non favorisce al controllo delle armi da fuoco. La National Rifle Association è una grande e ricca organizzazione che sostiene la detenzione delle armi da fuoco negli Usa e che conta almeno 5 milioni di iscritti. Tale associazione svolge un ruolo importante nelle elezioni presidenziali e del Congresso degli Usa, e persino nella nomina del presidente della Corte suprema degli Stati Uniti d'America.
I politici americani avranno il coraggio di discutere sulla questione del controllo delle armi - un argomento che tocca il più fondamentale diritto alla vita - durante il cosiddetto “Summit sulla democrazia”? In realtà questo “Summit” è soltanto uno spettacolo politico anti-democratico organizzato da Washington con il pretesto della difesa dei valori democratici.