La democrazia non è né un brevetto, né un ornamento
“La democrazia non è il brevetto di un Paese, ma il diritto e l’interesse dei popoli di tutto il mondo.” Durante il dibattito generale della 76esima sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, tenutosi il 22 settembre, la suddetta dichiarazione contenuta nell’importante discorso del presidente cinese, Xi Jinping, ha suscitato molta attenzione. Il 23, nel corso di un discorso tenuto presso il Carter Center e la Fondazione per le relazioni Usa-Cina di George H. W. Bush., l’ambasciatore cinese a Washington Qin Gang ha illustrato in modo dettagliato ciò che costituisce la democrazia dalle caratteristiche cinesi.
Si tratta di un tema che necessita di una profonda riflessione e di un vasto scambio di idee in tutto il mondo. Non si può cadere nella trappola costituita dal “confronto” fra democrazia e autoritarismo stabilito da alcuni politici occidentali, né, in modo errato, considerare “anti-Cina” la salvaguardia della democrazia, spingendo così il mondo verso un rischioso confronto ideologico e artificiose divisioni.
Ridurre le relazioni tra la Cina e l’Occidente a un confronto tra democrazia e autoritarismo rappresenta di per sé, in realtà, un atto contrario alla democrazia. Gli Stati Uniti non sono unilateralmente qualificati a definire e godere in modo esclusivo della “democrazia”, né sono qualificati a imporre con la forza i propri standard agli altri, provocando la cosiddetta “trasformazione democratica”. I diversi Paesi del mondo presentano una grande varietà di sistemi, e ogni Paese ha il diritto di scegliere una propria visione della democrazia che sia adatta alle proprie condizioni, rappresenti la propria opinione pubblica e porti benessere al proprio popolo.
La democrazia non è un ornamento, e il suo punto chiave è costituito dalla funzionalità. La pratica ha dimostrato che la politica democratica “dal popolo, al popolo, con il popolo, tutto per il popolo” messa in atto dalla Cina funziona ed è utile. Dal sollevare 1,4 miliardi di cinesi dalla povertà assoluta all'essere il primo paese al mondo a controllare la nuova epidemia, fino a contribuire per molti anni con più del 30% alla crescita economica mondiale, l'efficacia della governance e della democrazia cinese ha stupito il mondo. Secondo il fondatore della Regulation School francese, Michel Aglietta, il progressivo aumento del benessere umano in Cina rappresenta la democrazia.