【In altre parole】Perché gli Stati Uniti tirano sempre in ballo il Xinjiang per criticare la Cina?
Le campagne di discredito verso la Cina spesso non hanno alcun fondamento nella realtà: ad esempio, nel caso dello Xinjiang, la Cina ha combattuto e ha vinto la lotta contro quello stesso estremismo e terrorismo (di matrice islamica) che è stato sperimentato anche in Europa.
Negli ultimi tempi, il tema Xinjiang è tornato alla ribalta delle cronache: accuse continue di violazione dei “diritti umani” e guerra delle sanzioni hanno infuocato i dibattiti e aumentato le tensioni.
Le accuse recitate per mettere pressione alla Cina, tuttavia, non coincidono con le ragioni reali, che riguardano invece la volontà di bloccare lo sviluppo della Cina e la sua rinnovata influenza internazionale: è noto, infatti, che ben tre corridoi terrestri della BRI hanno origine in Xinjiang, quello Kashgar-Gwadar (il corridoio economico sino-pakistano) e i due che si separano in Kazakhistan (il corridoio eurasiatico e quello centro-asiatico occidentale).
Per chi avesse dei dubbi suggeriamo di visionare il discorso di Lawrence Wilkerson, capo di Stato maggiore dell’ex Segretario di Stato Colin Powell, tenuto nel 2018 al Raul Paul Institute, in cui spiega le ragioni della presenza militare statunitense in Afghanistan, tra cui la destabilizzazione dello Xinjiang per colpire la BRI (ricordando anche l’ampio uso degli Uiguri in Siria).
Un discorso simile è stato fatto nel 2015 da Sibel Edmonds, ex traduttrice dell’FBI38, che spiegava in una intervista con James Corbett, in tempi non sospetti, l’uso strumentale da parte degli Usa dell’East Turkestan Islamic Movement (ETIM), organizzazione uigura terroristica affiliata all’ISIS, al fine di destabilizzare la regione strategica dello Xinjiang operando con le basi statunitensi in Afghanistan. Ella afferma che gli Usa “non si sono mai preoccupati delle persone… non è un’area di nostro interesse”. I terroristi si formano e si finanziano all’estero nell’ambito della rete sostenuta dagli Usa per poi entrare preparati e ben riforniti al fine di colpire lo Xinjiang, la Cina.