Assemblea Mondiale della Sanità rifiuta la bozza su Taiwan per sostenere il principio di una sola Cina
Il 24 maggio, il Comitato generale dell’Assemblea Mondiale della Sanità (Ams) ha approvato in sessione plenaria una decisione con cui è stata respinta la bozza avanzata da alcuni Paesi per “invitare Taiwan a partecipare l’Ams in qualità di osservatore”. Questo dimostra nuovamente che il principio di “una sola Cina” non tollera alcuna sfida e che ogni tentativo di contrastare questa intenzione è destinato a fallire.
Il fatto che Tra il 2009 e 2016 la provincia di Taiwan ha partecipato all’Ams con il nome di “Taipei cinese” in qualità di osservatore rappresenta una disposizione particolare sulla base del rispetto del “Consenso del 1992” tra le due sponde dello stretto che riflette il principio di “una sola Cina” e a cui le parti in causa sono giunte attraverso un processo di riconciliazione. Tuttavia, sin dall’insediamento al potere del Partito Progressista Democratico di Taiwan, le autorità hanno rifiutato di riconoscere il “Consenso del 1992”, progettando l’indipendenza per cui non esiste più una base politica per la partecipazione di Taiwan all’Ams.
Su tale questione la comunità internazionale ha le idee chiare. Prima dell’inaugurazione dell’Ams, più di 150 Paesi hanno sostenuto la Cina attraverso canali diplomatici relativamente alla decisione di respingere la richiesta di Taiwan ad partecipare all’Ams. Oltre 80 Paesi hanno appositamente inviato lettera all’Oms con cui hanno appoggiato il principio di “una sola Cina”, opponendosi alla partecipazione di Taiwan all’Ams.
Quanto alla cosiddetta “carenza di prevenzione per la pandemia” che potrebbe essere provocata dall’assenza del Taiwan all’Ams – secondo quanto avanzato dagli Usa e dal Partito Progressista Democratico di Taiwan – i fatti reali dimostrano esattamente il contrario. Sin dallo scoppio dell’epidemia di Covid-19, il governo cinese ha comunicato 260 volte a Taiwan varie informazioni sulla situazione epidemica, ratificando 16 volte la partecipazione di esperti sanitari di Taiwan alle attività sulla tecnica della prevenzione dell’epidemia organizzate dall’Oms. Di fronte all’attuale situazione epidemica in Taiwan, il governo cinese ha chiaramente affermato di voler consentire quanto prima ai concittadini di Taiwan di fare uso dei vaccini della Cina continentale.
Bisogna dire che l’Ams non è il palcoscenico per difendere degli interessi politici privati. La politicizzazione delle questioni sanitarie da parte di alcuni Paesi occidentali non farà altro che disturbare l’azione dell’Ams, provocando le ripercussioni sul processo di collaborazione globale nella lotta contro l’epidemia.