L’Australia intende ostacolare la Cina? Le sceneggiate meschine!
Mercoledì 21 aprile il ministro degli Esteri australiano ha annunciato di voler porre fine al memorandum d’intesa e all’accordo quadro sottoscritti dalla Cina e dal governo dello Stato di Victoria dell’Australia, portando come motivazione il fatto che “non corrisponde alle politiche estere dell’Australia, né favorisce le sue relazioni diplomatiche.”
Negli ultimi anni i politici australiani, da un lato, hanno seguito da vicinissimo gli Usa proibendo a Huawei di prender parte alla costruzione del 5G, sollecitando la cosiddetta “indagine indipendente” sull’origine del nuovo coronavirus e interferendo negli affari interni della Cina in merito alle questioni riguardanti Hong Kong e il Xinjiang e, dall’ altro, si sono mostrati volenterosi di collaborare con la Cina. Di recente, il ministro del Commercio australiano ha mostrato un atteggiamento amichevole nei confronti della Cina dicendo che “tra buoni amici c’è sempre un modo per avviare un dialogo, anche se non è facile”. Evidentemente, non sono affatto sinceri quando dicono di voler migliorare il rapporto con la Cina, lo fanno per mero calcolo politico.
In realtà, le manovre politiche portate avanti dal governo federale australiano nei confronti dell’iniziativa “Belt and Road” danneggiano i loro stessi interessi, in particolare il benessere dei cittadini australiani. La “B&R Initiative” è una proposta di cooperazione economica che porta ai suoi partecipanti vantaggi concreti. Secondo quanto illustrato lo scorso maggio dal presidente dello Stato di Victoria, negli ultimi 5 anni, le sue esportazioni verso la Cina sono cresciute del 62% e il numero dei turisti cinesi ha visto un aumento pari al 70%. Secondo il portavoce dello Stato di Victoria, durante la ricostruzione post-epidemia, l’iniziativa “B&R” ha creato opportunità di occupazione per le imprese locali e per la popolazione, il che ha rivestito un significato ancor più importante che in qualsiasi altro periodo.
Negli ultimi sette anni i dubbi e i tentativi di diffamazione subiti dalla “B&R”, non sono mai riusciti ad ostacolare l’ampliamento della cerchia di amici dell’iniziativa, né hanno influenzato l’entusiasmo della maggior parte dei Paesi che vi hanno aderito. La manipolazione politica di certi politici australiani non avrà ripercussioni sull’avanzamento spedito della Belt and Road initiative ma, al contrario, potrà solo danneggiare l’immagine e la fiducia dell’Australia, che si auto-condanna a diventare lo zimbello dell’arena internazionale.