【In altre parole】Relazioni sino-europee, una pietra miliare per la costruzione di una comunità umana dal futuro condiviso

Fabio Massimo Parenti 2021-03-08 11:06:21
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Mentre gli Stati Uniti continuano a lanciare messaggi più o meno minacciosi all'indirizzo della Cina, nel vano tentativo di screditarla agli occhi della comunità internazionale, i legami tra la Cina e l'Europa diventano sempre più forti. Nonostante l'amministrazione Trump sia finita negli archivi della storia, Joe Biden non sembra aver l'intenzione di abbassare i toni. I suoi primi discorsi, sia quello tenuto presso il Dipartimento di Stato che in occasione della Conferenza di Monaco, hanno fatto capire al mondo che “l'America è tornata” e che Cina e Russia saranno i prossimi nemici giurati della Casa Bianca.

Nel frattempo, l'Unione europea dà l'impressione di voler intraprendere una strada ben diversa rispetto a quella che auspicherebbe il governo americano. Biden pensava di riesumare l'Alleanza Atlantica per ostacolare con tutti i mezzi la crescita cinese. Solo che Bruxelles è fresca di uno storico accordo sugli investimenti raggiunto proprio con la Cina, il Comprehensive Agreement on Investment (Cai), che potrebbe (usiamo il condizionale) entrare in vigore a partire dal 2022. E non ha certo intenzione di rinunciare a mutui benefici derivanti dal rapporto win-win con la sua controparte asiatica semplicemente per accontentare i capricci statunitensi.

Guardando ai rapporti tra Italia e Cina, i dati mostrano che l’unico mercato a tenere per i nostri interessi commerciali è proprio la Cina. Secondo gli ultimi dati Istat, a gennaio 2021 l’export verso Regno Unito (-38,3%), Stati Uniti (-20,6%), paesi OPEC (-17,4%) e Russia (-16,3%) è in forte calo su base annua. Aumentano le vendite verso Cina (+29,3%) e paesi MERCOSUR (+8,2%).

A conferma di quanto appena detto, è fondamentale leggere gli ultimi dati diffusi dall'Eurostat; dati, relativi al 2020, che sottolineano un'intesa, sempre più intensa, tra Europa e Cina. Innanzitutto, nel corso dell'anno appena trascorso, la Cina ha superato gli Stati Uniti diventando il principale partner commerciale dell'Ue. Durante le fasi più acute dell'emergenza sanitaria provocata dalla pandemia di Covid-19, il governo cinese, agendo con prontezza e responsabilità, non ha perso tempo nel prestare soccorso ai Paesi più in difficoltà, a cominciare dall'Italia. In quegli stessi giorni, invece, l'allora presidente Donald Trump si divertiva a diffondere fake news sulla Cina e sul “virus cinese”. Per la cronaca, tutte le strampalate teorie avanzate dal leader repubblicano sono in seguito state smentite da esperti internazionali e perfino dall'Oms. In ogni caso, al netto di un clima geopolitico avvelenato dalle invettive statunitensi, le relazioni Ue-Cina sono comunque riuscite a fortificarsi.

Dando uno sguardo dettagliato ai dati, notiamo come le importazioni dell'Ue dalla Cina siano incrementate del 5,6%; le esportazioni verso la Cina sono invece aumentate del 2,2%. Nello stesso lasso di tempo, il commercio europeo con gli Stati Uniti ha incassato un netto calo nel campo delle importazioni (-13,2%) e in quello delle esportazioni (-8,2%). Il volume degli scambi dell'Ue con la Cina ha toccato quota 586miliardi di euro, a fronte dei 555miliardi degli scambi Ue-Usa. Altro particolare degno di nota: così come la Cina ha contribuito a guidare la vendita di prodotti europei nel settore automobilistico e dei beni di lusso, le esportazioni cinesi nel Vecchio Continente hanno beneficiato della forte domanda di apparecchiature mediche. Gran parte di quest'ultimo materiale è stata trasportata nell'Ue tramite treni merci. Nel 2020, non a caso, è stato registrato il record di 12.400 viaggi tra Cina ed Europa via treno, un valore raddoppiato rispetto all'anno precedente. Le relazioni sino-europee possono quindi essere considerate una pietra miliare per la costruzione di una comunità umana dal futuro condiviso. Una situazione in cui ciascun Paese, grazie ai rapporti di mutuo beneficio stretti con gli altri, è in grado di migliorare lo sviluppo della propria economia e il benessere dei propri cittadini. Gli Stati Uniti dovrebbero iniziare a farsene una ragione.

L’autore è Fabio Massimo Parenti, professore associato di studi internazionali presso l’Istituto “Lorenzo de’ Medici” di Firenze.

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