Perché l’amministrazione Biden insiste a portare avanti le politiche del governo uscente?
È trascorso un mese intero da quando l’amministrazione Biden è entrata in carica e il mondo ha potuto ormai rendersi conto che, per quanto riguarda le questioni relative alla Cina, come quelle economiche, quelle riguardanti il Mar Cinese Meridionale e sulla lotta contro la pandemia di Covid-19, alcuni suoi funzionari hanno scelto di mantenere un atteggiamento simile a quello dell’amministrazione precedente, quasi seguendo passivamente il solco da essa tracciato.
Al solito, la logica che i politici americani seguono sempre è quella di mettere gli interessi politici al primo posto. Chiunque salga al potere mette al primo posto i voti. Gli interessi legati alle elezioni di medio termine dell’anno prossimo, la concorrenza tra i due partiti, unite alle pressioni esercitate dalle forze anti-cinesi negli Usa, stanno facendo in modo che l’amministrazione Biden porti avanti, in maniera consapevole o meno, il vecchio processo di “scaricabarile”, incolpando altri paesi delle proprie mancanze.
Nella scorsa settimana, gli Stati Uniti e i paesi europei hanno tenuto diverse videoconferenze, da quella dei ministri della difesa della Nato a quella dei leader del G7, passando per una sessione speciale della Munich Security Conference. Attraverso di esse si è cercato da un lato di riparare le malandate relazioni transatlantiche, e dall’altro di dare vita a una piccola cricca contro la Cina.
Giorni fa, la parte cinese ha rivolto un appello agli Stati Uniti affinché smettano di diffamare il PCC e il sistema politico cinese, pongano fine alla connivenza e al sostegno offerto alle forze separatiste e indipendentiste di Taiwan e interrompano le azioni intraprese ai danni della sovranità e della sicurezza della Cina per quanto riguarda gli affari interni del Paese come Hong Kong, il Xinjiang e il Tibet. Il governo cinese ha inoltre espresso la speranza che gli Usa possano smettere di applicare ai prodotti cinesi dazi doganali irragionevoli, che possano porre termine alle sanzioni unilaterali contro imprese e istituzione di ricerca scientifica e di istruzione, e che possano smettere di cercare di intralciare con pratiche sleali il progresso scientifico della Cina. Si spera che l’amministrazione Biden, anziché ripetere gli errori dell’amministrazione precedente e guidare il Paese verso una direzione sbagliata, possa fare la scelta giusta.