L’"Alleanza delle democrazie” a cui mirano gli Usa sembra un nuovo passatempo personale
Se la parola chiave del precedente governo Usa era “interessi”, quella del nuovo governo, opportunamente messa in posizione di rilievo, potrebbe essere “valori”. Ovviamente, il ripristino delle relazioni con gli alleati è la priorità nell’agenda di questo governo, che mira urgentemente a ricostruire un’alleanza basata sulla “democrazia” come valore fondante.
Gli USA ripropongono la loro vecchia musica, e non è difficile capire le loro intenzioni: da un lato vorrebbero ripristinare la martoriata partnership transatlantica, dall’altro hanno bisogno di unire le forze con i loro alleati allo scopo di contenere la Cina.
Tuttavia, in fondo, quanto è attraente questo tipo di “alleanza”?
I Paesi dell’Ue hanno subito espresso le loro opinioni in merito. Il 5 febbraio, la cancelliera tedesca Merkel ha detto che nonostante vi siano ampi punti di consenso tra Usa ed Europa, quest’ultima necessita comunque di una “politica cinese” indipendente. Il 4 febbraio, il presidente francese Macron ha dato voce al medesimo orientamento, affermando che pur condividendo molti valori comuni, non sarebbe corretto che l’Europa si unisse agli Usa allo scopo di contrastare la Cina.
Come al mondo non esistono due foglie completamente uguali, non esistono nemmeno storie, culture e strutture sociali identiche, perché la diversità è una realtà oggettiva. Dare vita a “piccole cerchie basate solo sui propri valori” non farebbe altro che spingere l’umanità verso un abisso fatto di contrasti e odio.