【In altre parole】Il capodanno cinese al tempo del Covid-19
Mancano 10 giorni alla Festa di Primavera (春节Chūnjié), una delle principali festività cinesi che celebra, secondo il loro calendario tradizionale, l'inizio del nuovo anno. Il Capodanno cinese non ha una data fissa, a differenza del nostro, ma è sempre compreso tra il 21 gennaio e il 20 febbraio perché segue il calendario lunare tradizionale. Quest’anno cade di venerdì 12 febbraio (primo giorno dell’anno del bue). Come avviene in occidente per il Natale, anche in Cina questa festività è una grande occasione per le famiglie di riunirsi per il tradizionale “cenone”.
Essendo la Cina un Paese territorialmente molto vasto, ogni regione trascorre questa festività secondo i propri usi e costumi; ma una delle consuetudini che mette d’accordo ogni provincia è senza dubbio il forte desiderio di riunificazione familiare. Durante il cenone della vigilia del Capodanno cinese, da tradizione, infatti sono presenti tutti i membri della famiglia: si parte da ogni città della Cina per raggiungere la casa dei propri genitori; più generazioni finalmente riunite dopo mesi di distacco dovuto alla lontananza. Tavole imbandite con ogni sorta di cibo, ciascuno con un suo proprio significato simbolico, come i ravioli o Jiǎozi 饺子 che, per la loro somiglianza ai lingotti cinesi, rappresentano un augurio di ricchezza. Ma le tradizioni non finiscono qui: sfavillanti fuochi d’artificio che illuminano il cielo di mille colori, celebrazioni e feste pubbliche nelle piazze, nei parchi e nei templi; le città si riempiono di fiori colorati e si rivestono di rosso grazie ai tradizionali dipinti augurali considerati di buon auspicio per il nuovo anno.
I cinesi aspettano con ansia questi giorni perché sono per loro un’occasione per viaggiare, per tornare nel proprio paese natio e festeggiare insieme ai propri cari. Quest’anno però purtroppo sarà tutto diverso: in parte per contenere i piccoli focolai in Cina, in parte per la crisi pandemica mondiale, sono state repentinamente intraprese nuove e rigorose misure di protezione come una campagna di tamponi molecolari di massa in tutte le regioni colpite e 14 giorni di quarantena previsti al ritorno a casa dei residenti. Inoltre, come si legge da fonti istituzionali cinesi, per far fronte all’emergenza in atto, il Governo ha chiesto ulteriori sacrifici ai cinesi: evitare il più possibile gli spostamenti, prediligere gli acquisti online, evitare gli assembramenti, i banchetti e le riunioni, nonché le visite alle attrazioni turistiche. Non solo: per invogliare i cinesi a non partire, per il Capodanno cinese verranno organizzate interessanti attività culturali e sportive, in modo da risollevare gli animi di tutti i cittadini che sceglieranno di restare nelle loro città per il bene della collettività e far sì che passino un Capodanno memorabile.
Ritengo che questo intervento repentino, che ha bloccato sul nascere il riaffacciarsi del pericolo Covid, sia l’unico modo per incentivare le persone a trascorrere le festività in sicurezza. È mia opinione infatti che, in un periodo di grande emergenza come quello che stiamo passando, ognuno debba sentirsi responsabile delle proprie azioni e fare la propria parte: sentirci vicini a chi amiamo non vuol dire necessariamente vivere sotto lo stesso tetto: possiamo essere uniti anche a chilometri di distanza. Gli inni cantati dai nostri balconi, su modello dei cori cinesi “武汉加油! 中国加油!” (Wǔhàn jiāyóu! Zhōngguó jiāyóu! – Forza Wuhan! Forza Cina!) ci hanno fatto sentire un corpo unito. Ora viene richiesto un altro sforzo per arginare repentinamente il diffondersi del virus e sconfiggerlo definitivamente. Se vogliamo riuscirci dobbiamo riflettere sulle conseguenze delle nostre azioni.
Anche noi italiani sappiamo bene quanti sacrifici ciò possa voler dire: le restrizioni richieste con il DPCM di dicembre di rispettare i più deboli hanno separato tutte le famiglie d’Italia per le recenti festività natalizie. Il piano del Viminale contro gli spostamenti ha messo in ginocchio nuovamente il Paese mettendo a dura prova i sentimenti degli italiani; questo sacrificio però non deve essere inteso come una violenza impostaci dall’alto, ma come un atto di amore da compiere per proteggere i più deboli, gli anziani, i malati e gli immunodepressi.
Allo stesso modo anche i cinesi hanno ben chiaro che è solo grazie ai sacrifici fatti nei primi mesi del 2020 che sono riusciti a riportare una prima vittoria sul virus.
Sono certa che in una situazione di emergenza sanitaria globale come quella che stiamo vivendo, sia necessario rispettare le indicazioni che ci vengono date; solo in questo modo infatti sarà possibile trascorrere in completa sicurezza un Capodanno cinese unico e indimenticabile.
Non ci resta che sperare che questa epidemia finisca presto, augurandoci tutti, con un forte e caloroso abbraccio virtuale “Felice Anno del Bue!”.