USA, sospesi gli account del presidente uscente: un fatto imbarazzante per la “libertà di parola”
"L’utente c’è ancora, ma la sua pagina è sparita”. È senza dubbio un fatto imbarazzante per il leader americano, che è stato bandito da molti social network statunitensi. La cosa più imbarazzante è che negli Stati Uniti, che si sono sempre vantati di godere della libertà di parola, il presidente ha perso il diritto di parlare liberamente sulle piattaforme social. Una grande ironia della libertà di parola americana.
Mancano ancora meno di 10 giorni a quando il presidente degli Stati Uniti lascerà il suo incarico, ma è già iniziata la liquidazione politica nei suoi confronti e verso i suoi sostenitori dopo l’assalto al Campidoglio. La polizia ha arrestato almeno 82 manifestanti, la speaker della Camera Nancy Pelosi ha chiesto all’esercito di non permettere al presidente uscente di usare armi nucleari, il Congresso ha iniziato il secondo impeachment contro il presidente americano. Il presidente degli Stati Uniti sta affrontando colpi da tutte le parti.
In un contesto politico di questo tipo, i principali social media degli Stati Uniti hanno sospeso gli account del presidente uscente per dimostrare la loro correttezza politica, smarcarsi dalle violenze e sottrarsi alle responsabilità. Come si può vedere il blocco o meno di alcune pagine è fondamentalmente una speculazione politica.
Ciò consente anche di comprendere ulteriormente cosa c’è dietro alla cosiddetta “libertà di parola” americana, legata soltanto alla posizione assunta, dato che si tratta di uno strumento politico in mano ai potenti americani con cui reprimere i dissidenti all’interno e attaccare gli oppositori all’estero.