I politici americani possono ancora affrontare la situazione mentre il “bel paesaggio” si trasforma in un film violento?
Manifestanti rompevano i vetri con dei bastoni per entrare nel Campidoglio; i parlamentari nel panico venivano evacuati mentre le forze dell’ordine bloccavano il portone con le armi in pugno… queste non sono scene di un film di Hollywood, ma fatti reali che si sono verificati il 6 gennaio a Washington.
In accordo alla procedura delle elezioni presidenziali degli Stati Uniti, il 6 gennaio è il giorno in cui il Senato e la Camera dei Rappresentanti tengono una sessione congiunta per confermare il risultato delle elezioni. Durante il giorno si è tenuta nella capitale grande manifestazione nel corso della quale i sostenitori del leader americano hanno fatto irruzione nel Campidoglio, edificio che simboleggia il supremo potere legislativo del Paese, per cercare di cambiare il risultato delle elezioni. Secondo quanto appreso finora l’incidente ha provocato 4 morti e diversi feriti.
I manifestanti violenti che hanno fatto irruzione nell’edificio del consiglio legislativo della Ras di Hong Kong a giugno 2019 avevano creato una scena molto simile a quella che si è vista recentemente a Washington. In quel momento i politici americani avevano definito le manifestazioni di Hong Kong come “un bel paesaggio”, aggiungendo che i violenti “stavano difendendo la democrazia”. Di fronte all’incidente simile che si è verificato negli Stati Uniti, perché questi politici hanno cambiato il proprio atteggiamento e hanno definito le manifestazioni a Washington come “sommossa” o addirittura “colpo di Stato”?
Ci chiediamo come i politici americani possano affrontare la situazione nel loro Paese mentre un “bel paesaggio” si trasforma in un film violento e le dispute tra i partiti hanno portato alla divisione della società? Per gli Stati Uniti sarebbe meglio pensare ai propri problemi invece di propagandare la “democrazia all’americana”, un concetto più volte preso a schiaffi dalla realtà e diventato una barzelletta davanti a tutta la comunità internazionale.