Sviluppo continuo e adattamento costante: la Cina mantiene gli impegni
Con la chiusura della conferenza sul lavoro economico, la Cina conferma le priorità di politica economica per il 2021, in relazione al primo centenario (la nascita del PCC), al XIV programma (21-25) e agli obiettivi di lungo termine del 2035 e 2049. Innovazione, coordinamento, ecologia, apertura e condivisione sono i concetti ribaditi alla base della nuova traiettoria di sviluppo cinese. Indipendenza tecnologica e indipendenza delle filiere produttive strategiche rappresentano invece gli obiettivi di medio termine da realizzare sempre nell’ambito della “doppia circolazione”, ovvero sviluppo interno e integrazione al mondo.
Si entra definitivamente nella nuova era, caratterizzata da un nuovo paradigma di sviluppo, di qualità e sostenibile, che garantirà un miglioramento generalizzato delle condizioni di vita dei cittadini cinesi. Questa è la missione del PCC sin dalla nascita e questa è alla base del consenso popolare di cui gode. Dopo aver revisionato l’anno passato ed analizzato la situazione corrente (obiettivi raggiunti, sfide e rischi), le autorità si sono concentrate sulle nuove misure da intraprendere per consolidare i successi fin qui conseguiti e gestire le nuove sfide derivanti dal cambio di paradigma e dalla crisi mondiale. Quest’anno la Cina, insieme al Vietnam, sarà l’unica potenza a crescere: del 2% nel 2020 e del 7,9% nel 2021. Perché? Come ha fatto? La Cina è ad oggi il primo paese ad aver identificato il covid-19 e ad averlo trattato seriamente sin dall’inizio. In questo modo, essa ha contenuto il problema più velocemente della maggior parte dei paesi del resto mondo, intervenendo con una serie di misure atte a realizzare una ripresa economica tempestiva. Sin dall’inizio, mettendo le persone al centro delle proprie politiche, le autorità hanno soddisfatto efficacemente la doppia emergenza sanitaria e socioeconomica. Una verità, quest’ultima, che nessuna propaganda sarà in grado di intaccare. I dati commerciali e finanziari dimostrano tra l’altro quanto la Cina abbia sostenuto la domanda mondiale in tempo di crisi, facendole accrescere il proprio status come motore del commercio mondiale.
La Cina è intenzionata a dare forma e continuità alla strategia della “doppia circolazione”, in cui mercati interni e stranieri si rinforzano a vicenda proprio a partire dal consolidamento dello sviluppo nazionale. Sostegno ai consumi ed agli investimenti produttivi continueranno a rappresentare i principali driver della crescita economica, che tuttavia dovrà essere affiancata da politiche tese a garantire un marcato ribilanciamento nelle condizioni di sviluppo tra città e campagna, tra regioni orientali e occidentali, tra uomo e natura. Come procedere dunque per fronteggiare i problemi legati allo sviluppo ineguale? Rafforzando, ad esempio, le misure antitrust per evitare le distorsioni di posizioni monopolistiche pericolose (vedi le indagini avviate nel settore dell’e-commerce e della finanza), accrescendo l’interconnessione tra luoghi e regioni, migliorando leggi e regolamenti per la supervisione dei fenomeni speculativi ed eccesiva concentrazione di potere, proseguendo la politica degli stimoli fiscali, tra cui la riduzione delle tasse e degli oneri amministrativi, e un controllo equilibrato della politica monetaria. In sintesi: politiche proattive, ma prudenti, mirate e costantemente supervisionate. Queste misure verranno ulteriormente implementate nel 2021 per sostenere le piccole e medie imprese, le imprese individuali, nonché i consumi e gli investimenti. Il tutto con uno sguardo al consolidamento della ripresa interna ed a una crescente integrazione del paese col resto del mondo. Sarà sempre più agevole operare in Cina, grazie al rafforzamento del quadro normativo, per cogliere opportunità di mercato che non hanno eguali nel mondo. Buon 2021, all’insegna dello sviluppo pacifico!
L’autore è Fabio Massimo Parenti, professore associato di studi internazionali presso l’Istituto “Lorenzo de’ Medici” di Firenze.