Cina, la cooperazione internazionale sulle fonti energetiche rende il mondo più pulito e bello

Nel 2015 la centrale idroelettrica di Kaleta, in Guinea, costruita dalle imprese cinesi è stata messa in produzione. Grazie ad essa è stato possibile non solo porre fine al lungo periodo di carenza di elettricità a Conakry, capitale della Guinea, ma anche favorire le zone circostanti. Con l’entrata in produzione di questa centrale, gli abitanti del luogo non hanno più dovuto necessariamente andare a dormire nelle ore di buio, ma hanno potuto riunirsi in una piazza illuminata oppure guardare le partite di calcio nelle loro case.

Il 21 dicembre, le autorità cinesi competenti hanno rilasciato un libro bianco intitolato Sviluppo delle fonti energetiche della Cina nella nuova era, nel quale si legge che il Paese ha avviato con un centinaio di nazioni e regioni del mondo una cooperazione su commercio energetico, investimenti, capacità produttiva, attrezzatture e tecnologie. Oltre a ciò la Cina sta contribuendo a promuovere la riconversione ecologica e a bassa emissione delle fonti energetiche, e alla cooperazione internazionale in materia di energie rinnovabili.

Secondo quanto presentato dal libro bianco, nel 2019 i prodotti fotovoltaici cinesi sono stati esportati in oltre 200 Paesi e regioni del mondo. Il volume di produzione delle turbine eoliche in Cina rappresenta il 41% di quello mondiale. Grazie a questi risultati conseguiti dalla Cina, i costi delle energie rinnovabili a livello mondiale sono stati abbassati, con un’accelerazione del processo di riconversione energetica.

Nel quadro dell’iniziativa “Belt and Road”, la Cina ha avviato una serie di cooperazioni bilaterali e multilaterali. In futuro la “Belt and Road” ecologica offrirà un maggiore contributo alla promozione dello sviluppo congiunto, in linea con le aspettative della comunità internazionale.