【In altre parole】Dalla Cina con amore

2020-11-03 11:08:18
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Nel 2020 ricorre il cinquantesimo anniversario delle relazioni diplomatiche tra Cina e Italia. In questi 50 anni, i rapporti bilaterali si sono notevolmente rafforzati; la cooperazione e lo scambio culturale hanno portato un rilevante arricchimento culturale oltre che economico. Secondo i dati forniti dall’“Osservatorio nazionale sull'internazionalizzazione delle scuole e la mobilità studentesca”, la Cina attira sempre di più i giovani italiani e il 94% degli adolescenti dichiara di avere almeno un motivo di attrazione verso il Paese: il 38% prova interesse per l’innovazione e la tecnologia, il 22% è attratto dalle prospettive lavorative che offre il Paese di Mezzo, mentre il 34% si dimostra incuriosito e attratto dalla cultura millenaria cinese, dallo stile di vita e dal carattere accogliente del popolo. C'è inoltre una grande consapevolezza sull'importanza futura di questa lingua: i ragazzi la riconoscono come la lingua più importante dopo l'inglese e uno su tre la vorrebbe studiare più dell’arabo o del russo.

Il modo migliore per imparare una lingua naturalmente è quello di andare sul posto per un periodo abbastanza lungo. Sono moltissimi i ragazzi italiani che tornano ogni anno dalla Cina dopo una intensa esperienza da studenti nel Paese di Mezzo; questi ragazzi, dal momento in cui decidono di mettersi in gioco e superare le proprie paure e ansie dovute al distacco dalla propria patria e dalle sicurezze familiari, iniziano a crescere emotivamente e culturalmente; le esperienze che fanno durante il loro soggiorno e il confronto con un Paese così diverso dal proprio servono non solo ad accrescere il proprio bagaglio culturale, ma anche e soprattutto ad abbattere le barriere del pregiudizio e ad imparare il rispetto per le culture diverse; non solo: la permanenza in Cina evidenzia il fatto che tra i nostri popoli non ci sono solo differenze, ma anche moltissimi punti in comune. Al loro rientro in patria sono quindi dei veri e propri ambasciatori culturali tra i due Paesi.

Ricordo che, quando sono partita per la prima volta come studente per la Cina, ero in preda a un susseguirsi di emozioni contrastanti: euforia, curiosità, nostalgia, paura; le stesse emozioni le ho riportate con me al rientro in Italia. La Cina mi aveva cambiata; ero più forte, più consapevole, più aperta come mentalità. Ero emozionata perché non vedevo l’ora di trasmettere a familiari e amici le sensazioni così intense che ho provato in tutti quei mesi; ero ansiosa di raccontare tutte le mie esperienze vissute; ero curiosa di conoscere le reazioni degli italiani di fronte ai miei racconti; ma allo stesso tempo ero piena di nostalgia perché ormai la Cina mi aveva segnato positivamente e non sapevo quando sarei potuta tornare nuovamente in quella che ho iniziato a vedere come “la mia seconda casa”.

Sono passati tanti anni da quel mio primo viaggio; da allora sono cambiate molte cose, ma non la mia passione per la Cina. Oggi sono un’insegnante e ogni anno seguo diversi corsi di aggiornamento tenuti da docenti cinesi per migliorare le mie metodologie didattiche e le mie conoscenze tecnologiche finalizzate al campo dell’insegnamento. L’innovazione tecnologica cinese degli ultimi 70 anni ha dato un grande impulso alla crescita economica del Paese. L’appello di "avanzare verso la scienza", lanciato dopo la fondazione della Repubblica Popolare Cinese, ha dato il via a quella strategia di sviluppo dell'innovazione tecnologica che oggi è diventata di rilevante importanza anche per i Paesi esteri.

Questo progresso informatico e delle tecnologie digitali mai come in questo periodo si è dimostrato indispensabile per la didattica mondiale. Con il lockdown e la conseguente chiusura delle scuole, la DAD (didattica a distanza) si è resa l’unica risorsa didattica per gli studenti di tutto il mondo di ogni ordine e grado. L’esempio cinese delle lezioni a distanza con la tecnologia del 5G e soprattutto con l’intelligenza artificiale è stato definito “il più grande esperimento di massa di apprendimento a distanza”. Il boom dell’e-learning ha posto la Cina all’avanguardia nel campo della didattica digitale. È così che i cinesi sono riusciti nell’immediato a creare piattaforme come Ding Talk in grado di consentire lezioni a distanza a milioni di studenti. Ritengo quindi che, in questo periodo di grave emergenza globale, occorra maggiormente avere un costante confronto positivo e propositivo tra i nostri Paesi; è necessario, mai come ora, rafforzare i rapporti di amicizia e cooperazione non solo per contenere l’epidemia ma anche per ideare e realizzare progetti nell’ambito della tecnologia digitale volti alla salvaguardia del diritto all’istruzione.


L'autore Raffaella Meloni è la sinologa italiana dell'Istituto Confucio di Roma

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