I politicanti americani ancora non si interrogano sugli errori che hanno causato il fallimento della prevenzione e del controllo dell’epidemia?
Recentemente diversi esponenti della società americana hanno iniziato a riflettere sul fallimento del proprio governo nella prevenzione e nel controllo dell’epidemia di Covid-19.
Ormai ci sono negli Stati Uniti oltre 8,8 milioni di casi di contagio e più di 220mila decessi causati dal Covid-19. Nella scorsa settimana si sono registrati per due giorni consecutivi oltre 80mila nuovi casi accertati al giorno. I decision-maker degli Usa guidati da i loro interessi politici personali non hanno prestato molta attenzione a questa situazione. Fino ad oggi il governo federale non è stato in grado di adottare misure efficaci.
Scott Atlas, alto consulente dell’epidemia di Covid-19 della Casa Bianca, mostra ancora dubbi sull’efficacia dell’indossare la mascherina. Mike Pence, vicepresidente degli Stati Uniti, ha affermato che non si isolerà e che continuerà a partecipare ai comizi elettorali, nonostante il fatto che almeno cinque membri del suo staff siano risultati positivi al Covid-19.
Giorni fa, Bill Gates ha espresso la sua insoddisfazione durante un’intervista. Il filantropo statunitense ha detto che “la cosa peggiore è attaccare gli scienziati del proprio paese e dire al popolo che i politici conoscono l’epidemia meglio degli esperti di controllo delle malattie”. Gates ha aggiunto che “il governo americano non permette al CDC di parlare, i politici americani revisionano le informazioni del CDC prima che le rilasci sul sito web, adesso abbiamo un falso esperto che fa il consulente del presidente”.
Rick Bright, ex funzionario del National Institutes of Health degli Stati Uniti, ha affermato che gli Usa stanno entrando nell’“inverno più cupo” della storia moderna. Come può andare avanti la società americana? I politici americani, che pensano solo ai propri interessi personali, quando inizieranno a porsi alcune domande?