Il tentativo dei politicanti americani di giocare la carta di Taiwan per contenere la Cina è destinato a fallire
La scorsa settimana il governo americano ha approvato la vendita di tre sistemi di armi alla provincia di Taiwan; giorni fa, ha dato il via libera alla vendita di 100 set di sistemi di difesa costiera, per un valore pari a 2,4 miliardi di dollari. Nell’anno delle elezioni presidenziali, gli Stati Uniti hanno venduto armi a Taiwan per inasprire le tensioni nelle relazioni tra le due sponde, al fine di contenere ulteriormente lo sviluppo della Cina. Di fronte a tale comportamento, la Cina ha adottato le dovute contromisure.
Il principio di una sola Cina costituisce la base politica delle relazioni sino-americane. Le questioni di Taiwan riguardano gli interessi fondamentali della Cina. Dopo che l’amministrazione Trump è salita al potere, alcuni politicanti americani hanno affermato più volte di sostenere l’ “amministrazione del Partito democratico progressista” e le forze “indipendentiste”, il che ha inasprito incessantemente le tensioni nello Stretto di Taiwan. Recentemente alcuni funzionari statunitensi di alto livello ha effettuato visite nella provincia e le navi da guerra degli Usa hanno attraversato lo Stretto. Tutta una serie di azioni queste che rivelano l’intento di intimorire e ricattare la Cina.
Il popolo cinese ama la pace, ma non è disposto ad accettare che la propria sovranità e i propri interessi di sicurezza siano danneggiati. Di recente la Cina ha annunciato che imporrà sanzioni alle imprese statunitensi coinvolte nella vendita di armi a Taiwan, così come a individui ed entità degli Stati Uniti che hanno svolto un ruolo disdicevole in tale vendita. Si tratta di un’azione concreta della Cina per salvaguardare la sovranità nazionale e l’integrità territoriale.
Se gli Stati Uniti continueranno ad aggravare ulteriormente la situazione nello Stretto di Taiwan, la Cina prenderà certamente ulteriori contromisure.