Usa, ipocriti “difensori dell’ambiente” che devono al mondo una spiegazione

2020-10-27 21:19:51
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Negli ultimi anni alcuni politicanti americani hanno parlato più volte dei cambiamenti climatici e della tutela ambientale, hanno attaccato e diffamato la Cina con l’intento di distogliere l’attenzione del popolo americano dall’incompetenza del governo americano nel risolvere le questioni ambientali.

Secondo le statistiche del New York Times, dopo che l’amministrazione Trump è salita al potere, ha revocato direttamente o in altri modi circa 70 importanti politiche ambientali e un’altra trentina è in via di annullamento. In un rapporto rilasciato lo scorso gennaio da Rhodium Group, si legge che il volume di emissioni nette di gas serra degli Usa del 2019 è stato ancora superiore a quello del 2016, perciò non potranno realizzare l’obiettivo stabilito nell’Accordo di Copenhagen, secondo il quale avrebbero dovuto ridurre del 17% le emissioni entro il 2020.

I leader americani hanno affermato più volte che il riscaldamento globale è un “inganno”, hanno impedito ai paesi del G20 di raggiungere un’intesa sulle questioni climatiche.

I dati mostrano che gli Stati Uniti devono 111 milioni di dollari al Global Environment Facility e devono pagare 13,547 milioni di euro per l’Accordo quadro sui cambiamenti climatici dell'Onu.

Abbiamo una sola Terra, è responsabilità comune di tutti i paesi tutelare l’ambiente e promuovere lo sviluppo sostenibile. I principali paesi e organizzazioni del mondo, come Cina e Ue, stanno rispondendo e sostenendo l’appello dell’Onu, hanno stabilito obiettivi per la tutela ambientale tenendo conto di quelli che sono gli interessi di lungo periodo dell’umanità. La Cina ha già realizzato in anticipo gli obiettivi prestabiliti per il Summit 2020 sull’azione climatica dell’Onu. Nel corso del dibattito generale della 75esima Assemblea dell’Onu, tenuta il 22 settembre, la più alta carica cinese ha dichiarato che la Cina si impegnerà per far sì che il volume di emissioni di biossido di carbonio raggiunga il proprio picco entro il 2030.

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