Il tentativo degli Usa di infangare la “Belt and Road” non ostacolerà la cooperazione
Domenica 25 ottobre il segretario di Stato americano Mike Pompeo ha iniziato la sua visita in India, Sri Lanka, Maldive e Indonesia. Secondo l’opinione di molti analisti, l’obiettivo principale della sua visita è incitare questi Paesi a contrastare la Cina. Negli ultimi mesi Pompeo ha continuato ad attaccare e diffamare la Cina in diverse occasioni internazionali. Ha criticato più volte l’iniziativa “Belt and Road” asserendo che si tratterebbe in realtà di una “trappola del debito” tesa ai danni degli altri paesi, con l’intento di ostacolare la loro cooperazione con la Cina.
L’iniziativa “Belt and Road” è un prodotto pubblico globale che la Cina mette a disposizione della comunità internazionale. Fino a maggio di quest’anno, 138 paesi e 30 organizzazioni internazionali hanno firmato con la Cina 200 documenti di cooperazione riguardanti la realizzazione congiunta di tale iniziativa, a dimostrazione della fiducia e del sostegno che la comunità internazionale riconosce alla Cina.
Secondo i dati resi noti dal Fondo Monetario Internazionale, fino alla fine del 2019, il 40% dei paesi africani ha dovuto affrontare problemi di debito, con la maggioranza dei lori creditori rappresentato da banche e imprese dei paesi europei e degli Stati Uniti. Chi è che ha fatto veramente cadere questi paesi nella trappola del debito? Sono stati i paesi occidentali e, in particolare, gli Stati Uniti.
Indipendentemente da quale metodo utilizzerà per attaccare e diffamare la Cina, Mike Pompeo non avrà successo. La speranza è che i politicanti americani possano smetterla di fomentare discordia e ostacolare lo sviluppo degli altri paesi. Con tale mentalità ristretta, gli Usa si daranno la zappa sui piedi e finiranno per essere isolati dal resto del mondo.