Il popolo cinese ama la pace ma non teme alcuna provocazione

2020-10-23 21:21:46
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Il 23 ottobre, nel corso della Conferenza per commemorare il 70esimo anniversario della missione dell’esercito dei volontari cinesi in Corea del Nord nella guerra di resistenza all’aggressione americana, il capo dello Stato cinese, Xi Jinping, ha ripercorso l’intero, difficile percorso del conflitto. Nel suo intervento, Xi Jinping ha raccontato il significato storico della guerra, la ricchezza che ha contraddistinto lo spirito di resistenza agli Usa e di solidarietà nei confronti della Repubblica Popolare Democratica di Corea, insieme al valore di quell’epoca. In questo modo il presidente ha voluto inviare un chiaro segnale sulla determinazione della Cina a difendere la sua sovranità, la sua integrità territoriale insieme alla pace e alla stabilità della regione e del mondo.

Nel giugno del 1950, il governo degli Stati Uniti decise di intervenire con le proprie forze armate nella guerra civile coreana. Incuranti dei ripetuti avvertimenti della Cina, le truppe americane oltrepassarono il 38esimo parallelo e portarono la guerra al confine tra Corea del Nord e Cina. In quel momento di grande criticità, Mao Zedong e gli altri leader cinesi presero l’importante decisione di inviare l’esercito popolare dei volontari cinesi in Corea del Nord per lottare contro il nemico.

In condizioni di estrema disparità tra le forze cinesi-nordcoreane e quelle statunitensi, i militari provenienti dalla Cina lavorarono coordinandosi strettamente con quelli nordcoreani e dopo una guerra lunga e difficile durata due anni e nove mesi, riuscirono finalmente a sconfiggere gli Stati Uniti. Oggi la Cina commemora solennemente quella guerra giusta combattuta 70 anni fa in difesa del Paese, e lo fa non per alimentare i contrasti ma per trarre insegnamento dall'esperienza storica e salvaguardare al meglio la pace.

Possiamo dire che oggi rispetto a 70 anni fa, pace e sviluppo sono diventate una tendenza globale, tuttavia alcuni politici statunitensi non hanno fatto propria la lezione della storia e hanno nuovamente abbracciato una mentalità da guerra fredda e da “gioco a somma zero”, promuovendo con forza l’unilateralismo, l’egemonismo ed un egoismo estremo. Questi sono gli stessi politici che hanno voluto imporre un giro di vite politico ed economico nei confronti della Cina, gettando benzina sul fuoco dei contrasti ideologici che dividono il mondo e perfino chiedendo apertamente una “nuova guerra fredda” contro la Cina, nel tentativo inutile di privarla del giusto e ragionevole diritto allo sviluppo, e spingendo nuovamente il mondo verso la divisione e l’instabilità.

Il popolo cinese ama la pace e non approverà mai politiche egemoniche ed espansioniste, tuttavia è deciso a non inghiottire il frutto amaro dell’indebolimento della sua sovranità. In accordo a quanto detto dal presidente cinese Xi Jinping nel suo discorso, la Cina non rimarrà con le mani in mano se la sua sovranità, la sua sicurezza e i suoi interessi di sviluppo saranno messi in pericolo, né consentirà ad alcuno di calpestare il principio di sacralità ed integrità del proprio territorio.

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