【In altre parole】La BRI continua a scrivere il nuovo capitolo per i prossimi 50 anni Italia-Cina

2020-08-26 17:10:50
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Il 22 marzo 2019 il Presidente cinese Xi Jinping è venuto in Italia per siglare il Memorandum d’intesa che formalizza l’adesione dell’Italia alla Belt and Road Initiative (BRI), il grande piano infrastrutturale cinese che coinvolge oltre sessanta Paesi tra Asia, Africa ed Europa.

Con la BRI sono previste la realizzazione di nuove infrastrutture e l’ammodernamento di quelle vecchie: particolare attenzione viene posta a strade, vie ferroviarie ad alta velocità, porti e ponti. Adeguate infrastrutture consentiranno tra l’altro di aumentare i posti di lavoro, ridurre i costi di produzione, migliorare i collegamenti tra i vari Paesi, garantendo, lì dove necessario, la certezza dell’approvvigionamento idrico ed energetico. È stato proprio grazie al miglioramento dei servizi e delle infrastrutture lungo la BRI che è stato possibile per la Cina dare un proprio grande contributo alla battaglia globale contro il Covid-19.

La Cina ha creato una nuova banca multilaterale, la Banca asiatica d’investimento per le infrastrutture (AIIB). La AIIB (Asian Infrastructure Investment Bank) è la più recente banca multilaterale di sviluppo. È un’istituzione finanziaria fondata su iniziativa della Repubblica Popolare Cinese nel 2015 il cui obiettivo principale è promuovere lo sviluppo economico sostenibile attraverso investimenti. A questo scopo stanzia mezzi propri, mobilita fondi pubblici e privati e concede prestiti. Il modello BRI non vuole affatto sostituirsi all’ordine globale creato dagli altri istituti; vuole invece esserne complementare e concorrenziale. Una riprova è data dal fatto che la Asian Infrastructure Investment Bank opera soprattutto in dollari, non in moneta cinese. La Cina inoltre ha garantito di essere solo un’azionista al pari degli altri membri e che la banca non sarà influenzata dalla politica né interferirà negli affari politici. Questa banca è un esempio di multilateralismo alla cinese, dove tutti i Paesi sono invitati a partecipare e dove il diritto di voto è proporzionale agli investimenti dei Paesi stessi.

L’Italia è stato il primo Paese G-7 ad aderire alla Belt and Road Initiative; il nostro Paese è uno snodo terminale strategico nella BRI, in quanto è uno dei principali punti di ingresso delle merci cinesi in Europa. Il mediterraneo in particolare è il punto di arrivo di una delle due rotte marittime: quella che partendo da Fuzhou – Fujian – e passando per Indonesia, Malesia, Tailandia, India, attraversando l’Oceano Indiano prima e il Mar Rosso dopo, arriva ad Atene e quindi in Italia. Sono stati presi in considerazione non solo il già consolidato porto di Venezia, ma anche altri porti, primo tra tutti quello di Trieste: questo infatti permetterebbe un accesso diretto alle ferrovie per lo spostamento delle merci in Europa.

Il Memorandum sulla Belt and Road siglato tra il Presidente Conte e il Presidente Xi Jinping è stato firmato unitamente ad accordi nei settori del commercio, dell’energia, dell’industria tecnologica ed elettronica e delle infrastrutture. Non dobbiamo dimenticare gli accordi sulle agevolazioni fiscali come la riduzione dei dazi doganali atte a prevenire evasioni ed elusioni fiscali; di fondamentale importanza l’accordo di cooperazione per la ricostruzione, la ripresa e lo sviluppo del porto di Genova e delle relative infrastrutture di accessibilità. Importanti intese infine sono state siglate anche per il settore culturale, agroalimentare, culturale e fito-sanitario.

È facile notare come in questo momento di pandemia globale e di crisi generale, la Cina abbia un ruolo di partner significativo in quanto proprio lungo le ramificazioni della BRI sono arrivate in Italia (e non solo) attrezzature mediche essenziali per affrontare l’emergenza sanitaria.

La mia impressione è che mai come in questo periodo la Cina sia stata vista dagli italiani come il primo Stato che abbia prontamente fornito aiuti concreti ed indispensabili. Di grande impatto a mio avviso le dichiarazioni dell’ambasciatore cinese in Italia, Li Junhua, quando affermò “questa epidemia ci dimostra ancora una volta come tutti i Paesi del mondo condividano un destino comune, minacce e opportunità”. La Belt and Road Initiative per la salute associata all’attuale BRI ha senza dubbio rivestito un ruolo importante nella collaborazione tra i Paesi. La cooperazione internazionale infatti è l’unica via per ottenere risultati rapidi.

In conclusione, sono più che convinta che questo progetto cinese di una BRI in chiave contemporanea riuscirà a raggiungere il suo scopo: collegare, attraverso una moderna ed ecosostenibile rete di collegamenti marittimi e terrestri, l'Asia all'Europa e all'Africa, ridisegnando gli equilibri economici e geopolitici mondiali e abbattendo quei muri culturali eretti per colpa della scarsa conoscenza tra Paesi lontani e culturalmente diversi.

La realizzazione a più ampio spettro del sogno di Cesare Romiti, fondatore e presidente della Fondazione Italia Cina, recentemente scomparso. Intuendo in anticipo le reali potenzialità della Cina, il manager si era sempre impegnato a stringere relazioni commerciali, istituzionali e culturali tra i due Paesi.


Dott.ssa Raffaella Meloni

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