Perché i politici USA colpiscono i media statunitensi?

2020-06-17 16:59:37
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Secondo quanto riportato di recente dai media statunitensi, giorni fa è stato reso noto un documento interno del CDC, nel quale viene riportata la critica rivolta dalla Casa Bianca a VOA, accusata di “aver fatto propaganda per la Cina” su Twitter. L’incidente ha portato alle dimissioni del direttore e del vice direttore di VOA. Si è detto: “I superiori hanno il diritto di sostituirci”. Secondo l’opinione pubblica, si tratta di un’ulteriore “vendetta” orchestrata dal governo americano dopo la critica rivolta a VOA ad aprile, nella quale l’emittente veniva accusata di “aver parlato al posto della Cina”.  

Alcuni politici americani non vedono l’ora di addossare le responsabilità alla Cina per nascondere la loro incompetenza nella lotta contro l’epidemia, colpiscono i media in modo delirante. Diffamando più volte la Cina, VOA si è rivelata un “vero figlio” del suo governo, perché questa volta ha irritato suo “padre”?

All’inizio di aprile VOA ha pubblicato un articolo nel quale definiva il “lockdown” di Wuhan un “modello” di prevenzione e controllo dell’epidemia. Tale comportamento ha irritato la Casa Bianca, la quale ha accusato VOA di “fare propaganda per la Cina” con i soldi dei contribuenti americani. Negli scorsi mesi, il governo statunitense ha colpito e attaccato più volte i media del Paese. Dalla NBC alla CNN, dal “New York Times” a Fox News, i media che hanno riportato in modo oggettivo le notizie sulla lotta contro l’epidemia in Cina sono stati criticati dai leader americani.

Alcuni media occidentali guardano alla Cina per stereotipi, questa volta VOA ha raccontato la realtà più che “parole a favore della Cina”, e ciò ha irritato alcuni politici statunitensi, perché non possono sopportare resoconti oggettivi sulla lotta contro l’epidemia in Cina da parte dei propri media, per paura che suscitino insoddisfazione tra i cittadini americani. È evidente che per la Casa Bianca l’unico modo di “raccontare la realtà” consiste nel criticare e addossare le responsabilità alla Cina, anche per ridurre le pressioni sul governo.  

I politici americani hanno cercato di limitare il potere di controllo dei contenuti pubblicati sui social media con un decreto. Recentemente, Twitter ha chiuso oltre 170mila profili “legati al governo cinese”, affermando che “diffondono parole a favore della geopolitica cinese”. Secondo un rapporto di indagine rilasciato di recente da un istituto di ricerca australiano, dalla fine di marzo, un gruppo di netizen organizzati ha postato su profili Twitter la teoria cospirativa secondo cui il coronavirus sarebbe un’arma biochimica creata dal governo cinese nell’Istituto di virologia di Wuhan. Fra coloro che hanno riportato la notizia ci sono molti sostenitori del Partito Repubblicano e persone legate all’ala destra.

Per nascondere l’incompetenza dimostrata nella lotta contro l’epidemia, i politici americani hanno posto la politica al di sopra della scienza, hanno fatto tutto il possibile per sopprimere le voci professionali e razionali, hanno licenziato o vietato agli esperti di parlare.

Più di 80 anni fa, Edward Carr, noto esperto britannico di relazioni internazionali, affermò che gli Stati Uniti sono maestri nell’arte del nascondere gli interessi nazionali egoistici con buoni pretesti. I comportamenti dei politici americani hanno completamente infranto i “buoni pretesti”, hanno reso chiaro al mondo che “libertà di parola”, “democrazia” e “diritti umani” sono principi a cui si può rinunciare per nascondere la realtà.

 

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