Cosa rivelano le ripetute condanne della Casa Bianca ai media statunitensi?

2020-04-15 19:48:28
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Durante una conferenza stampa indetta presso la Casa Bianca lunedì 13 aprile, dopo che un giornalista della CBS ha messo in dubbio il lavoro svolto dal governo USA per tutto il mese di febbraio, il leader degli Stati Uniti ha risposto ancora una volta in modo furibondo.

Non è la prima volta che il governo USA “bombarda” i media statunitensi. Dal “New York Times” fino alla CNN e a NBC, passando per l’avanguardia anti-Cina “Voice of America” e il canale “sostenitore” Fox News, tutti sono stati rimproverati dal leader degli Stati Uniti.

Alcuni giorni fa, il “New York Times” ha pubblicato un articolo intitolato “Il genoma mostra che la maggior parte dei casi di contagio accertati a New York proviene dall’Europa”, nel quale si legge che il nuovo coronavirus a New York proviene principalmente dai turisti europei e si sottolinea che se il governo statunitense avesse messo in moto un processo di controllo attivo, gli USA avrebbero potuto scoprire prima il virus. Questo articolo è stato poi fortemente condannato dal leader statunitense.

Andiamo ancora un po’ indietro nel tempo. Due giorni prima della condanna al “New York Times”, la Casa Bianca ha avanzato una rara critica a “Voice of America”, accusandola di fare propaganda per la Cina con i soldi dei contribuenti statunitensi. Come tutti sanno, “Voice of America” è l’avanguardia anti-Cina finanziata dal governo USA. L’8 aprile, il giorno in cui è finito il lockdown a Wuhan, “Voice of America” ha pubblicato un report in cui ha riconosciuto che il lockdown imposto a Wuhan dalla Cina rappresenta un modello di successo da seguire per la prevenzione e il controllo dell’epidemia. Il report è stato condannato sia a voce che per iscritto dalla Casa Bianca.

Ora lo si distingue più chiaramente: ciò che ha fatto arrabbiare il governo USA non è l’inesattezza di qualche fatto, ma la “scorrettezza politica” di quel punto di vista. Agli occhi della Casa Bianca, criticando la Cina si sta “riportando un fatto”, ma se le si attribuisce un riconoscimento “si fa propaganda per la Cina”. Questa logica incoerente rivela che la cosiddetta “libertà di stampa” è soltanto uno strumento politico agli occhi del governo statunitense. Il “Washington Post” ha colpito nel segno, sottolineando che l’attuale governo USA ha dato una nuova definizione di “fake news”: “notizie molto accurate che però danneggiano la credibilità del leader degli Stati Uniti”.

La gente ha notato che, sin dallo scoppio dell’epidemia, l’espressione “fake news” è stata l’etichetta affibbiata più di frequente dalla Casa Bianca ai media statunitensi. Esteriormente, questo è il modo con cui la Casa Bianca controbatte ai media che sollevano dubbi, ma in realtà questo comportamento rivela la coscienza sporca e il panico di chi ha coperto i propri errori e spostato l’attenzione, nonché l’irritazione per l’umiliazione subita dopo che i media statunitensi hanno rivelato che il governo americano attribuisce ad altri le sue responsabilità.

Secondo i dati aggiornati alle 11:00 del 15 aprile, ora locale di Beijing, negli USA sono stati confermati oltre 600mila casi di contagio da Covid-19 e 26.003 decessi, con l’epidemia che diventa sempre più grave. In un frangente così delicato, a prescindere da cosa la Casa Bianca faccia, “discutendo di sciocchezze”, “attribuendo agli altri le proprie responsabilità”, “conducendo show politici” o “bombardando” i media, nulla di tutto questo potrà nascondere i ripetuti errori del governo degli Stati Uniti e la logica “a sangue freddo” che pone gli interessi politici personali al di sopra della vita del popolo statunitense.


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