La questione sui “diritti umani” dello Xinjiang è una bugia politica

2020-03-13 22:20:56
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Per influenza dell’epidemia di Covid-19, la 43esima sessione del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite è stata temporaneamente sospesa dal 13 marzo. Tuttavia, non sono stati sospesi gli attacchi e le diffamazioni contro la Cina di alcuni paesi, che nel corso della conferenza hanno speculato sul tema dello Xinjiang.

Nel “Country Reports on Human Rights Practices” pubblicato recentemente, Washington ha attaccato nuovamente la Cina sulle condizioni dei diritti umani e la politica amministrativa della Regione autonoma cinese dello Xinjiang, diffamandola con varie accuse, quali quella del sequestro dei residenti di etnia uigura in “campi di internamento”. Queste dicerie, come le diffamazioni fatte durante la sessione di Ginevra dai Paesi occidentali compresi gli USA, risultano infondate e di fatto bugie politiche, finalizzate a interferire negli sforzi della regione autonoma cinese e a impedire lo sviluppo cinese.

Sono ugualmente dicerie anche le argomentazioni sulla cosiddetta restrizione delle attività religiose in loco. Attualmente, inCina sono già state costruite oltre 35 mila moschee, molte di più rispetto alle 2.300 della Francia, le 21.060 degli USA e le 1.600 del Regno Unito. Anche sulla base di un calcolo pro capite, il numero delle moschee disponibili per i musulmani cinesi è triplo che nei Paesi occidentali, e nello Xinjiang, c’è una moschea per ogni 530 residenti musulmani. E’ vero che alcuni Paesi e forze criticano la politica cinese sullo Xinjiang per mancanza di consapevolezza dei fatti, ma ci sono alcuni che non desiderano proprio riconoscere la verità,e che sfruttano i diritti umani come strumento politico per diffamare e fare pressione alla Cina. Una cosa buffa è il fatto che tra i Paesi che criticano, non pochi hanno già pessime registri in merito. Come ad esempio gli USA, che sono l’unico Paese che ha promulgato un “Muslim ban” sulla comunità musulmana, il che ha causato milioni di vittime. Proprio come specificato da alcuni analisti: “Gli USA non sono affatto qualificati a parlare dei diritti umani dei musulmani”.


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