Coronavirus, le misure efficaci della Cina smentiscono nuovamente i profeti del “collasso cinese”
Per decenni, alcuni studiosi e media occidentali hanno pronosticato ripetutamente un "crollo della Cina" per motivi strettamente politici, ma le loro previsioni sono sempre andate in fumo. Dopo l’insorgere dell’epidemia di coronavirus, sembrano aver colto nuovamente l'occasione per parlare questa volta di "momento Chernobyl", supponendo che il sistema cinese non sia in grado di rispondere a emergenze di sanità pubblica e che questo "deprimerà il Paese".
Ma l’evoluzione degli eventi li ha nuovamente delusi!
Il 28 febbraio, i nuovi casi di contagio segnalati nella Cina Continentale, ad eccezione della provincia di Hubei, sono scesi a 4. Inoltre, le attività lavorative e produttive stanno riprendendo in tutto il Paese in modo accurato e ordinato. Nel rapporto di ispezione pubblicato ieri "WHO-China Joint Mission on Coronavirus Disease 2019 (COVID-19)" viene sottolineato che la Cina ha adottato le misure di prevenzione e controllo "più coraggiose, flessibili e proattive" della storia per interrompere in modo efficace le vie di diffusione del virus, fornendo al resto del mondo esperienze importanti.
Tale conclusione ha fatto nuovamente perdere la faccia ai "profeti del collasso", inducendo alcuni analisti a riesaminare e rigiudicare il sistema cinese.
Qual è il segreto del successo della Cina? Dalla forte leadership del Partito Comunista Cinese all'adozione di misure di prevenzione e controllo senza precedenti, passando per la costruzione in una sola settimana di un ospedale a Wuhan per il trattamento dei pazienti contagiati, i punti di forza del sistema cinese hanno svolto un ruolo chiave. Questi punti di forza non solo hanno aiutato il popolo cinese a controllare efficacemente l'epidemia in poco più di un mese, ma hanno anche dato un contributo significativo sul piano della sicurezza della sanità pubblica a livello globale.
Il virus va oltre i confini nazionali e ha messo alla prova sia il sistema cinese che il sistema democratico occidentale. Con la diffusione dell’epidemia in decine di Paesi e regioni di tutto il mondo, il 28 febbraio il direttore generale dell'OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus ha alzato il fattore di rischio globale dell'epidemia da "alto" a "molto alto". Tedros Adhanom Ghebreyesus ha affermato che la situazione nelle regioni al di fuori della Cina desta ora le preoccupazioni maggiori, sottolineando che tutti i Paesi dovrebbero formulare un piano "a tutto campo" di prevenzione e controllo dell'epidemia.
In unmomentochiaveper la prevenzioneeilcontrollodell'epidemianel mondo,lapoliticizzazionedell’emergenzael’invenzionedi calunnie contro laCinanonimpedirannoladiffusionedelvirus.Al contrario, si sprecherà una buona occasione per prevenireecontrollarel'epidemia.