Consiglio sicurezza Onu: la Cina si oppone fermamente alle provocazioni NATO di confronti sul campo in tutto il mondo

Giovedì 5 maggio il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha tenuto una riunione sulla questione ucraina durante la quale Zhang Jun, rappresentante permanente della Cina all’Onu, ha invitato la comunità internazionale a intensificare gli sforzi per promuovere un cessate il fuoco, fermare i combattimenti e ridurre al minimo l’impatto umanitario del conflitto, sottolineando inoltre che la crisi ucraina ha impartito insegnamenti profondi e merita una seria riflessione.

Stando a quanto indicato da Zhang Jun, la ripetuta espansione verso est della NATO dopo la Guerra Fredda non solo non è riuscita a rendere l’Europa più sicura, ma ha anche piantato i semi del conflitto. La NATO dichiara di essere un’organizzazione difensiva, ma ha lanciato arbitrariamente contro paesi sovrani guerre che hanno causato un numero enorme di vittime e di disastri umanitari.

Secondo quanto affermato da Zhang Jun, il 7 maggio 1999 la NATO ha bombardato l’ambasciata cinese in Jugoslavia, causando la morte di tre giornalisti cinesi e il ferimento di oltre 20 diplomatici cinesi. Il popolo cinese non dimenticherà mai questa barbara atrocità e non permetterà mai che una simile storia si ripeta.

Zhang Jun ha anche sottolineato che la sicurezza di ogni paese è indivisibile: è irragionevole basare la sicurezza di un paese sull’insicurezza di altri, e non è fattibile nella realtà. La Guerra Fredda è finita da tempo e la NATO dovrebbe fare il punto della situazione e adeguarsi di conseguenza.

Zhang Jun ha inoltre anche aggiunto che il mondo non ha bisogno di una “nuova guerra fredda”, e non può permettersi maggiori disordini e divisioni. La Cina sostiene fermamente che al fine di risolvere i problemi reali della sicurezza umana e di cercare una soluzione a lungo termine per la pace mondiale, tutti i paesi dovrebbero riaffermare il proprio impegno verso gli obiettivi e i principi della Carta delle Nazioni Unite e per costruire un’architettura di sicurezza globale e regionale equilibrata, efficace e sostenibile.