Politici statunitensi coinvolti nelle sanzioni unilaterali “in debito” sui diritti umani

2020-10-08 19:50:36
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Nei giorni scorsi, durante le riunioni del Terzo Comitato della 75esima sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ci sono stati scambi accesi sulla questione dei diritti umani. Gli Stati Uniti e altri Paesi, mossi da cattive intenzioni, hanno gettato fango sulla situazione dei diritti umani in Cina, lanciando accuse che sono state poi confutate dalla parte cinese. Quasi 70 Paesi hanno invece sostenuto la Repubblica Popolare, neutralizzando ancora una volta il tentativo degli Stati Uniti e di altri Paesi di interferire negli affari interni della Cina con il pretesto dei diritti umani.

L'ambasciatore Zhang Jun, rappresentante permanente della Cina presso le Nazioni Unite, ha parlato a nome di 26 Paesi, criticando le violazioni dei diritti umani commesse dagli Stati Uniti e da altri Paesi occidentali e sottolineando che le misure coercitive unilaterali dovrebbero essere revocate immediatamente e completamente. Zhang ha poi espresso seria preoccupazione per fenomeni di discriminazione razziale sistemica.

Questo è un altro potente deterrente all'unilateralismo sul palcoscenico delle Nazioni Unite. Durante la pandemia, l'unilateralismo e il bullismo degli Stati Uniti sono andati contro i principi umanitari e faranno senza dubbio pagare un caro prezzo a decine di milioni di persone innocenti in tutto il mondo.

Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres e l'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Michelle Bachelet hanno ripetutamente chiesto la fine delle sanzioni unilaterali che violano i principi umanitari. A metà settembre la 74esima sessione dell’Assemblea Generale dell’Onu ha approvato a stragrande maggioranza una risoluzione globale sulla pandemia di Covid-19, che esorta gli Stati membri a non promulgare o attuare misure economiche, finanziarie e commerciali unilaterali che siano incoerenti con il diritto internazionale e la Carta delle Nazioni Unite. Nel discorso pronunciato in quest’occasione a nome di 26 Paesi, la Cina ha detto nuovamente a gran voce: la solidarietà globale e la cooperazione internazionale sono le armi più potenti per combattere e sconfiggere la pandemia di coronavirus, e le misure coercitive unilaterali dovrebbero essere immediatamente e completamente abolite per garantire che tutti i membri della comunità internazionale siano in grado di rispondere all’epidemia in modo completo, efficace ed efficiente. Queste posizioni riflettono pienamente le aspirazioni della comunità internazionale.


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