L’“Hong Kong Autonomy Act” rivela le intenzioni sinistre di alcuni politicanti americani

2020-06-27 21:51:37
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Nel cosiddetto “Hong Kong Autonomy Act”, approvato di recente, il Senato USA minaccia di sanzionare gli individui, le entità finanziarie e altre realtà che danneggiano l’autonomia di Hong Kong. Questo atto prepotente da “giurisdizione a lungo braccio” interferisce apertamente negli affari interni cinesi e calpesta brutalmente i principi fondamentali del Diritto internazionale moderno e le norme di base delle relazioni internazionali, mettendo ulteriormente in evidenza le intenzioni sinistre di alcuni politicanti americani desiderosi di attaccare la Cina e creare caos nella regione ad amministrazione speciale. Si tratta di azioni universalmente condannate e derise dalla comunità internazionale.

Da quando sono scoppiati i disordini per l’emendamento alla legge sull’estradizione lo scorso anno, sotto la regia e l’incoraggiamento di forze esterne, le attività degli “indipendentisti” e separatisti radicali sono diventate sempre più violente. I criminali hanno preso d’assalto furiosamente la sede delle istituzioni, paralizzato il traffico, compiuto saccheggi, innescato incendi e provocato la morte di cittadini comuni innocenti, ponendo una grave minaccia per gli interessi e la sicurezza nazionale della Cina. Qualsiasi Paese governato sulla base del diritto non lascerebbe proseguire situazioni del genere senza intervenire. Proprio come riferisce John Ross, ex direttore dell’Istituto di politica economica e commerciale di Londra, nessun Paese accetta crimini violenti, la Cina ha il diritto legale di emanare una Legge sulla sicurezza nazionale, trattandosi di un affare interno.Un danno provoca a sua volta una serie di altri danni conseguenti. 

Hong Kong è un centro finanziario internazionale, un danno alla sua prosperità e alla sua stabilità avrà sicuramente un impatto anche sulle imprese USA nella regione, così come sull’import-export degli Stati Uniti che si affida a Hong Kong come scalo intermediario. Tuttavia, quei politicanti americani privi di mentalità politica, conoscenze storiche e conoscenze economiche di base non comprendono e non considerano questi elementi fondamentali, ma pensano solo a trarre profitto dal caos di Hong Kong, mossi da pregiudizi ideologici e forti interessi politici privati. Dal finanziamento pubblico e segreto del National Endowment for Democracy, agli incontri tra gli alti funzionari americani con le cellule anti-Cina e anti-Hong Kong, fino ai vari “Human Rights and Democracy Act of 2019” e “Hong Kong Autonomy Act”, i politicanti USA hanno continuato a sostenere apertamente i criminali, al fine di gettare Hong Kong nel caos , trarre profitto dagli svantaggi altrui e contenere lo sviluppo della Cina.

Gli affari di Hong Kong sono semplicemente affari interni della Cina. Proprio come riferito il 26 giugno dal portavoce del governo locale, l’implementazione della formula “Un Paese, due sistemi” è totalmente un affare interno della Cina, nessun altro Paese ha il diritto di interferirvi. Il primo segretario alla Giustizia di Hong Kong, Elsie Leung, ha sottolineato che la salvaguardia della legge sulla sicurezza nazionale da parte di Hong Kong non ha alcun impatto né sulla formula “Un Paese, due sistemi” né sul principio “I cittadini di Hong Kong amministrano Hong Kong”.Le cosiddette “sanzioni” americane non sono altro che carta straccia. Il futuro è sempre nelle mani di 1,4 miliardi di cittadini cinesi, inclusi i compatrioti di Hong Kong. Si consiglia ai politicanti americani di interrompere le interferenze e canalizzare le proprie energie in cose positive, senza pensare sempre ai giochetti tipici della “giurisdizione a lungo braccio”!

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