Cina: il cosiddetto “lavoro forzato” nel Xinjiang è una grande bugia inventata da singole forze anti-cinesi
Nel corso della conferenza stampa ordinaria tenuta mercoledì 15 giugno, il portavoce del ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin, rispondendo alle domande sul cosiddetto rapporto relativo al Xinjiang, ha affermato che il “lavoro forzato” nella regione è una grande bugia inventata da singole forze anti-cinesi, che va contro il senso comune, ai fatti e ai principi della legge. Il Xinjiang non ha mai obbligato nessuno a trasferirsi per lavoro; i lavoratori di tutti i gruppi etnici nella regione autonoma scelgono le professioni secondo i propri desideri; in conformità con il “diritto del lavoro della Repubblica popolare cinese” e altre leggi e regolamenti. Inoltre, in base al principio di uguaglianza e volontariato, le persone firmano contratti di lavoro con le imprese interessate ai sensi di legge e ottengono il relativo compenso per le mansioni svolte. I lavoratori godono anche di piena libertà nella scelta del luogo di lavoro. I diritti dei lavoratori di tutti i gruppi etnici, quali la retribuzione del lavoro, il diritto al riposo e alle ferie, i diritti alla sicurezza sul lavoro e alla tutela della salute, nonché i diritti alla previdenza sociale e all’assistenza sociale, sono tutelati in conformità con la legge.