La vendita di armi a Taiwan dimostra che gli USA sono la maggiore fonte del caos nel mondo
Recentemente i dipartimenti competenti degli USA hanno deciso di vendere alla regione cinese di Taiwan, addestramento e attrezzature per un valore di circa 95 milioni di dollari per supportare il sistema di difesa missilistica Patriot usato sull’isola. Si tratta della terza volta che l’attuale amministrazione statunitense vende armi a Taiwan dall’inizio del suo mandato.
Nell’annunciare un nuovo turno di vendita di armi a Taiwan, gli USA hanno preso di nuovo la “Legge sulle relazioni con Taiwan” come cosiddetta base legittima e questo non è affatto ragionevole. Come è noto, la base politica delle relazioni sino-americane è nei tre Comunicati congiunti, e in particolare nel Comunicato 8.17, la parte americana ha dichiarato di ridurre gradualmente la vendita di armi a Taiwan e di risolvere radicalmente il problema dopo un certo periodo. La cosiddetta “Legge sulle relazioni con Taiwan” e le “6 garanzie a Taiwan”, fabbricate unilateralmente dalla parte americana, violano le promesse Usa espresse nei tre Comunicati Congiunti e il principio di “Una sola Cina”, stabilito con la risoluzione 2578 delle Nazioni Unite e riconosciuta dalla comunità internazionale, dunque sono illegali e invalide sin dall’inizio.
Gli internauti dell’isola di Taiwan hanno toccato il nocciolo della questione con commenti di questo tipo: “Gli USA non vogliono vedere la pace nello Stretto di Taiwan”, “Gli USA sono venuti di nuovo a prelevare soldi”. Queste parole descrivono in modo vivido i calcoli politici degli USA che istigano la tensione con lo scopo di “tosare” Taiwan come un agnello grasso e di portare enormi introiti ai propri complessi industriali e militari. Le autorità del Partito democratico progressista di Taiwan hanno comprato armi con i soldi guadagnati dagli abitanti dell’isola con il loro duro lavoro, cercando di realizzare l’ “indipendenza di Taiwan” e compiendo azioni provocatorie in collusione con le forze esterne, nel tentativo di “rifiutare la riunificazione con le forze armate”. Questa condotta spingerà gli abitanti dell’isola in un abisso di sofferenza.
Le ripetute vendite statunitensi di armi a Taiwan hanno gravemente danneggiato le relazioni sino-americane e la pace e la stabilità nello stretto di Taiwan, e questa è la piena dimostrazione del ruolo che gli USA svolgono come maggiore fonte di turbolenza a livello globale. Nel bilancio preventivo dell’anno finanziario 2023 consegnato recentemente dal presidente al Congresso statunitense, le spese per la difesa degli Usa hanno registrato un record storico raggiungendo i 813,3 miliardi di dollari. Per questo motivo la comunità internazionale si pone la seguente preoccupante domanda: quante turbolenze e disastri porteranno gli USA al mondo?
Nel mondo esiste una sola Cina, di cui Taiwan è una parte inseparabile, questo è un fatto storico e una realtà irrevocabile. In sostanza, la sicurezza di Taiwan dipende dallo sviluppo pacifico dei rapporti tra le due sponde dello stretto, e non dall’acquisto di armi dagli USA.
Alla fine di febbraio scorso, Beijing ha deciso di adottare contromisure nei confronti di due imprese americane specializzate in produzione industriale militare che da tempo partecipano alla vendita di armi a Taiwan, a piena dimostrazione della volontà e della determinazione della Cina nel salvaguardare la sovranità statale e l’integrità territoriale. La Cina adotterà energiche contromisure sconfiggendo qualsiasi interferenza delle forze esterne e tentativo separatista di “indipendenza” della regione. La Cina deve riunificarsi ed è destinata a riunificarsi, questa tendenza non può essere ostacolata da nessuna forza o individuo!