Hotan e Kashgar, due perle alle porte del deserto
Nel corso del nostro viaggio nella regione autonoma del Xinjiang Uygur, il primo reale contatto con la popolazione locale è avvenuto nel centro storico di Tuancheng, localizzato nella parte più interna del territorio della municipalità di Hotan. Tuancheng, il cui significato è quello di “città dell’unità”, può essere considerata – soprattutto per l’industria turistica locale – come un vero e proprio “biglietto da visita”. Il richiamo all’unità presente nel nome di questa cittadina si riferisce a due aspetti, il primo all’unità di tutte le strade che si diramano dal centro ma che fanno parte dello stesso centro urbano e il secondo alla coesione delle genti delle varie etnie che conducono qui la loro esistenza.
Il nostro arrivo in questo luogo non è passato inosservato alle persone che camminavano per strada, principalmente di etnia uigura, in modo particolare bambini e giovani, che si sono fermati a parlare con noi chiedendoci informazioni sul nostro paese di origine e immortalando con la fotocamera dei loro smartphone questo incontro dal sapore inusuale.
Camminando per le vie della cittadina abbiamo potuto renderci conto di come Tuancheng rappresenti uno dei centri urbani del sud del Xinjiang che, dal punto di vista architettonico, hanno conservato gli aspetti più tradizionali del luogo. Per il progetto di ristrutturazione del centro storico di Tuancheng, avviato nel 2016, sono stati investiti 317 milioni di yuan e sono stati coinvolti 3.500 residenti.
Hotan - la città della giada più preziosa e centro importante lungo la via della seta - non è solo un luogo di cultura e di turismo. Oggi, l’intera municipalità sta assistendo ad una fioritura del settore agricolo e zootecnico anche grazie all’impiego del know-how e delle più moderne tecnologie portate da aziende originarie di altre regioni del Paese come Tianjin e la provincia dello Shandong.
Tuttavia, la vera sorpresa nel corso di questo viaggio nel Xinjiang è stata Kashgar; una città che non solo è apparsa ai miei occhi molto moderna - oltre che ben curata - ma anche inaspettatamente verde. È possibile che questo mio “stupore” fosse la conseguenza di un’idea ancorata al passato e influenzata dai racconti di un paio di amici che sono recati qui circa vent’anni fa e l’avevano descritta, da un lato, con parole di elogio per il grande fascino emanato dalla sua storia e dai suoi antichi edifici, dall’altro come un luogo in cui era possibile percepire chiaramente la vicinanza del deserto. A quanto pare da alcuni anni non è più così anche grazie alla presenza di zone umide protette – Il parco del Lago del Nord e quello del Lago dell’Est – che insieme al fiume Tuman vanno a costituire una cintura naturale al panorama urbano di questa città. Oggi questi due polmoni verdi che sorgono vicini al centro abitato conferiscono a Kasghar l’aspetto di un’oasi in cui le persone che vivono qui conducono un’esistenza tranquilla, paragonabile, grazie alle infrastrutture presenti, a quella dei maggiori centri urbani del paese e forse addirittura con un piccolo vantaggio in più; quello di un ritmo di vita più rilassato.
A parte la cura per un ambiente naturale che appare in tutta la sua bellezza, Kashgar sa offrire molto di più al visitatore grazie alla sua lunga storia di nodo importante lungo l’antica Via della Seta. La città vecchia di Kashgar ha una storia di oltre 2000 anni, è situata nella parte più interna del centro urbano e copre una superficie di circa 3,6 chilometri quadrati. Secondo un famoso detto locale, una persona non può dire di essere stata nel Xinjiang finché non abbia visitato Kashgar, e che per vistare realmente Kashgar è necessario recarsi nella parte più interna del centro storico. Oggi, in quest’area della città è possibile incontrare persone di diverse etnie camminare per un dedalo di strade e stretti vicoli abbelliti dall’architettura di tradizione uigura e dalla presenza di molte piante – oleandri e alberi di fico – difficili da trovare in altre città della Cina orientale. Sono le stesse persone che vanno a fare shopping nei mercati o che assaggiano, con senso di familiarità, le specialità tipiche di questo luogo poiché Kashgar è conosciuta anche come “città del cibo e dei bazar”. Kashgar presenta però anche altri volti, quello di città della musica, della danza e della bellezza: il centro storico è costellato di case da tè da cui si propaga il suono di canzoni e strumenti tradizionali che con il loro ritmo accompagnano i passi dei visitatori e degli abitanti del luogo. Inoltre, per mantenere intatta la bellezza della città e per garantire un soggiorno migliore ai turisti insieme ad una vita più dignitosa ai residenti, il governo locale – supportato anche dall’appoggio finanziario fornito da diverse aziende – ha ricostruito e rinnovato il centro storico andato in larga parte distrutto o danneggiato dal terribile terremoto del 2008.
Grazie alla sua lunga storia e ai recenti interventi, dunque grazie al connubio di antichità e modernità che sembra essere un aspetto distintivo di tutta la Cina nell’attuale momento storico, anche la città di Kashgar ha iniziato ad incamminarsi su un sentiero di rinascita.