Regione autonoma del Xinjiang Uygur: la vita rinasce nel deserto
Il Xinjiang è il luogo delle mille soprese che iniziano fin da quando ci si trova in aereo, guardando fuori dal finestrino. La prima cosa che colpisce il visitatore è proprio il panorama visibile dall’alto. La grande distanza e le immense distese desertiche appaiono qua e là come spruzzate da un colore verde scuro, un verde che sembra emergere dalle sabbie o da un territorio brullo e pietroso. È il verde delle foreste piantate dell’uomo e di campi coltivati, un colore di vita strappato alla morte rappresentata dal deserto. La prima impressione di questa zona della regione autonoma nel Xinijang – quella intorno al capoluogo Urumqi – è proprio quella di una vitalità potente che sembra emergere da un suolo arido e incompatibile con la vita. Tale impressione è stata confermata anche dopo l’arrivo ad Hotan, con la nostra visita presso l’area di una foresta artificiale piantata in un terreno evidentemente ostile dal punto di vista naturale.
Il territorio della municipalità di Hotan, prima tappa del viaggio in Xinjiang, ha rivelato molte cose sulla vitalità delle genti che abitano nel Xinjiang e sulla loro capacità di risollevarsi da situazioni difficili; basti pensare al nuovo distretto di Xiaokang dove abitano più di 3000 persone che conducono una vita all’insegna della modernità pur senza rinunciare agli aspetti positivi offerti dalle zone rurali con ritmi meno febbrili e maggiore contatto con la natura. Tutti loro abitano in case nuove mentre le giovani coppie inviano i loro figli piccoli all’asilo e alla scuola primaria del distretto, che dispongono delle strutture più moderne per prendersi cura delle attività ludiche e dell’istruzione di 500 bambini.
Proprio la presenza dei bambini è un altro aspetto che salta all’occhio della persona che visita questa zona del Xinjiang, in modo particolare per chi, come me, nel corso degli anni ha avuto la possibilità di viaggiare in diverse regioni della Cina, il paese più popoloso del mondo. Le strade della cittadina Tuancheng - sempre nella municipalità di Hotan - riecheggiano delle grida dei bambini di etnia uigura, intenti a giocare con i loro coetanei, e particolarmente incuriositi dalla nostra presenza. Alcuni di loro, con un fare per nulla intimidito, si sono avvicinati spontaneamente per parlare e per farci le domande solite che si rivolgono ai forestieri (da dove vieni? Parli cinese?). Fin dai primi viaggi compiuti in Cina ho avuto l’impressione di quanto questo fosse un paese giovane: questa zona della regione autonoma del Xinjiang Uygur sembra esserlo ancora di più. Qui, i moltissimi bambini che ho visto passeggiare per le strade ci hanno accolto con i sorrisi, la grande cortesia – e un pizzico di curiosità - tipici della gente che abita in questi luoghi.