Gli asioamericani non devono essere oggetto del razzismo americano
Finora gli Stati Uniti sono il Paese con la peggiore situazione di Covid-19 nel mondo, e il pregiudizio contro gli asioamericani è diffuso ovunque nel Paese. Questa è una sfortuna per gli statunitensi di origine asiatica, nonché una tragedia degli Stati Uniti.
Il pregiudizio razziale è un malessere storico degli Stati Uniti. La recente fake news dell’Associated Press, che ha scritto che “il Covid-19 è apparso per la prima volta in Cina”, ha alimentato i pregiudizi contro gli asioamericani. Tali supposizioni soggettive e infondate, unite a una sorta di “bullismo morale”, hanno creato le condizioni per le quali i cittadini statunitensi di origine asiatica sono accusati e discriminati senza fondamento, e vivono una pressione tremenda.
Dai dati del National Bureau of Economic Reserch degli Usa emerge che, da febbraio ad aprile 2020, l’attività dei proprietari di piccole imprese statunitensi è diminuita del 22%, mentre l’attività degli imprenditori asioamericani è scesa del 26%. Le piccole imprese aperte da cittadini americani di origine asiatica sono state le più colpite dalla pandemia: molte imprese sono state costrette a chiudere e quelle che stanno ancora lottando duramente contro l’epidemia, sono purtroppo oggetto di stigmatizzazione.
Storicamente gli asioamericani hanno contribuito notevolmente allo sviluppo e alla prosperità degli Usa. Per ogni 100 americani, sette sono di origine asiatica, i quali sono contributori al progresso sociale americano, creatori della prosperità economica e promotori degli scambi multiculturali. Devono essere considerati compagni d’armi che combattono fianco a fianco, e non capri espiatori della pandemia, per non parlare delle vittime del razzismo.