[50 anni di amicizia] Impressioni e speranze sugli scambi e l’apprendimento reciproco a livello letterario tra Cina e Italia

2020-10-28 09:26:12
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di Shi Zhanjun

In Cina siamo tutti fortemente ispirati dalla letteratura italiana, anche chi non si occupa nello specifico di questo ambito, ma è semplicemente uno scrittore, un ricercatore o un lettore. In particolare, su di noi cinesi sono le opere di sei scrittori italiani ad esercitare la maggiore influenza:

La “Divina Commedia” di Dante, il “Decameron” di Boccaccio, “Pinocchio” di Collodi, “Cuore” di Edemondo de Amicis, “Le città invisibili”, “Se una notte d’inverno un viaggiatore”, “Il barone rampante”, “Sei proposte per il prossimo millennio” e “Perché leggere i classici” di Italo Calvino, “Il nome della rosa”, “Il pendolo di Foucault”, “Semiotica e filosofia del linguaggio”, “Opera Aperta”, “Interpretazione e sovrainterpretazione” e “Cimitero di Praga” di Umberto Eco. Soprattutto questi ultimi due autori hanno esercitato una grandissima influenza sulla letteratura cinese nel corso degli ultimi tre decenni, al pari di grandi scrittori del Novecento come Marquez, Borges, Faulkner e Hemingway.

Parlando di testi influenti in Cina, non posso esimermi dal ricordare un’altro libro italiano: “Il Milione” di Marco Polo, uno di quei libri che tutte le persone di cultura conoscono nel mio Paese.

Sia la Cina che l’Italia hanno una lunga e profonda tradizione letteraria, e le loro letterature contemporanee possono essere considerate rappresentative dell’attuale livello letterario dell’Asia e dell’Europa. Occorre una conoscenza più sistematica della rispettiva storia letteraria e bisogna comprendere maggiormente le correnti attuali.

Vi è una grande quantità di opere letterarie italiane tradotte in Cina, le quali compongono una raccolta vasta e sistematica: di tutte le opere contemporanee che hanno una certa influenza internazionale, esce infatti immediatamente una versione in lingua cinese.

Non conosco molto bene, al contrario, quale sia la situazione dell’introduzione della letteratura cinese in Italia. Oltre agli antichi libri cinesi tradotti dai missionari, negli anni ‘70 del XX secolo furono tradotte e pubblicate in Italia le opere di alcuni scrittori moderni come Lu Xun, Ba Jin, Shen Congwen e Qian Zhongshu. Pian piano i lettori italiani cominciano, inoltre, a conoscere anche le opere degli scrittori cinesi contemporanei ― soprattutto i romanzi di Wang Meng, A Cheng, Yu Hua, Mo Yan, Jiang Rong, Han Shaogong, Bi Feiyu, Ge Fei, Su Tong, Can Xue e altri ― ma non c’è ancora paragone tra la quantità di opere tradotte dal cinese all’italiano e quelle italiane tradotte nella nostra lingua. Per non parlare delle tempestività con cui vengono tradotte e dell’effetiva influenza che esercitano. Oltre alle opere dei maestri contemporanei, dovremmo introdurre e raccomandare anche quelle di giovani scrittori e dei rispettivi fenomeni letterari più rappresentativi.

Con la rivista “Caratteri” ― versione italiana della rivista in lingua cinese “People’s Literature” fondata nel 2014 ― ci siamo molto operati in questo senso negli ultimi sei anni, grazie anche all’insostituibile aiuto di sinologi italiani del calibro di Patrizia Liberati e Silvia Pozzi. Abbiamo, ad esempio, introdotto i lettori italiani ad alcune delle principali opere di scrittori cinesi riguardanti una serie di temi come “Science Fiction”, “Belt & Road” e “Female Writers”. La nostra speranza è che ciò attirerà una sempre maggiore attenzione sugli autori cinesi e che più opere di scrittori cinesi saranno pubblicate in Italia. Siamo felici di constatare che le opere di giovani scrittori cinesi come Zhang Yueran, A Yi e Feng Tang, grazie anche al nostro impegno, hanno saputo conquistare un notevole numero di lettori italiani.

Quest’anno ricorre il cinquantesimo anniversario dell’allacciamento delle relazioni diplomatiche tra Cina e Italia. Credo che, a seguito dell’ulteriore interconnessione economica e culturale promossa dall’iniziativa “Belt & Road”, gli scambi umanistici tra i nostri due Paesi, avviati fin dai tempi più antichi, promuoveranno sicuramente scambi letterari ancor più approfonditi tra Cina e Italia. I benefici a lungo termine sono illimitati: da un lato, regolari e tempestivi scambi in ambito letterario tra Cina e Italia possono senza dubbio favorire lo sviluppo della letteratura mondiale; dall’altro, ciò permetterebbe di rinnovare e consolidare ulteriormente la comprensione reciproca acquisita nel corso dei secoli. Questo spirito di condivisione non appartiene solo alla Cina e all’Italia, ma anche all’Asia e all’Europa, ma soprattutto appartiene e apparterrà sempre a tutta l’umanità.

(L’autore è il caporedattore della rivista “People's Literature” e della sua versione in lingua italiana “Caratteri”)

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