Trump incita all'odio, crimini a sfondo razzista si diffondono in Europa e in America
Il 16 marzo, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump è intervenuto sui social media usando per la prima volta la definizione di “virus cinese”, suscitando una contrarietà diffusa nell’opinione pubblica globale e all’interno della società cinese. Nonostante questo Trump non ha sospeso i suoi attacchi alla Cina.
Nella consapevolezza che l’uso della parola “virus cinese” alimenterebbe ulteriormente la discriminazione razziale e gli attacchi contro i gruppi di cinesi e asiatici, il presidente Usa lo ha usato ripetutamente, incitando e lasciando che l'odio contro gli asiatici si diffondesse in tutto il mondo.
Dalla fine di marzo, la discriminazione razziale e gli attacchi contro gli asiatici sono aumentati notevolmente dagli Stati Uniti all'Europa ed anche in altri angoli del mondo. Un rapporto del 27 marzo ha sottolineato che, nel corso del mese, i discorsi inneggianti all’odio sui social media sono aumentati del 900%.
Diversi gruppi per i diritti umani nel Regno Unito hanno notato che le osservazioni di Trump hanno svolto un "ruolo guida" per le forze di destra britanniche. Di recente, alcuni gruppi di destra sono diventati estremamente anti-cinesi.
Indipendentemente se questi attacchi siano avvenuti negli Stati Uniti o in Europa, le persone colpite devono, oltre a rispondere pubblicamente, adottare misure più efficaci e dire “no” con fermezza e tutti insieme all’odio e alla discriminazione razziale.