Alcuni politici americani sono responsabili della diffusione dell’epidemia nel mondo

2020-05-02 20:27:31
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"Ad esempio, negli Stati Uniti, tutto il mese di febbraio e l'inizio di marzo sono stati sprecati. Questa è una tragedia causata dall’uomo durante l’epidemia". Sono le parole di Richard Horton, caporedattore dell'autorevole rivista medica internazionale "The Lancet" il 1° maggio durante un’intervista al China Media Group.

Il punto di vista di Horton sottolinea un fatto che non può essere ignorato. Guardando indietro a una serie di comportamenti adottati dagli Stati Uniti nella lotta contro l’epidemia, si giunge alla seguente conclusione: proprio a causa degli errori e dei cattivi comportamenti di alcuni politici senza scrupoli negli Stati Uniti, l’epidemia si è purtroppo diffusa rapidamente negli USA e in modo accelerato in tutto il globo.

Va innanzitutto detto che il virus non conosce i confini nazionali e che la lotta all’epidemia nel mondo è una strategia integrata. Tuttavia, gli errori commessi dai decisori statunitensi e i tentativi di politicizzare l'epidemia hanno portato a un forte aumento del numero dei casi accertati e dei decessi nel Paese, esercitando forti pressioni sul lavoro di prevenzione e controllo dell'epidemia a livello globale.

Ancora più sfortunatamente, fin dall'inizio, i politici statunitensi hanno ignorato gli avvertimenti lanciati dalla Cina e dall'OMS, definendo con presunzione la nuova epidemia di coronavirus un’"influenza su larga scala" e ordinando ai medici americani che per primi avevano lanciato degli avvertimenti di tapparsi la bocca. Per 70 giorni nulla è stato fatto. La contaminazione dei laboratori dei CDC statunitensi ha ritardato la rilevazione del virus negli Stati Uniti, il che ha oggettivamente aggravato la diffusione dell'epidemia.

In secondo luogo, sul piano decisionale, gli Stati Uniti hanno perseguito la politica di “America First”, pensando solo ai loro affari, e hanno aumentato così il rischio di diffusione dell’epidemia nel mondo, rendendo più difficile la battaglia contro il virus a livello globale.

Recentemente, il governo degli Stati Uniti ha aumentato l’intensità nei rimpatri dei cosiddetti immigrati illegali provenienti dal Messico e da altri Paesi dell’America centrale, con la scusa di voler prevenire l’epidemia.

Inoltre, con la domanda di materiale sanitario dei vari Paesi in rapido aumento, gli Stati Uniti, non solo non hanno dato una mano, ma hanno anche rubato il materiale anti-epidemico degli altri Paesi come banditi, distruggendo la cooperazione instaurata nel mondo per combattere l’epidemia.

In terzo luogo, per addossare la colpa ad altri e mascherare le decisioni sbagliate del governo, gli Stati Uniti hanno recentemente annunciato la sospensione dei finanziamenti all’Oms. Il segretario di Stato Usa Mike Pompeo ha persino minacciato di interrompere per sempre i finanziamenti all’Oms, affermando che non esclude l’istituzione di un’altra organizzazione in sua sostituzione. Pompeo considera le organizzazioni multilaterali come uno strumento per salvaguardare gli interessi degli Stati Uniti.

I fatti dimostrano che se si dovessero individuare le responsabilità della diffusione dell’epidemia nel mondo, queste ricadrebbero su alcuni politici senza scrupoli.

Di fronte alla crisi mondiale più grave dalla seconda guerra mondiale, la solidarietà e la cooperazione sono le armi più potenti. Se alcuni politici statunitensi ignorano questa legge scientifica, allontanandosi sempre più lungo questa strada sbagliata, saranno rifiutati da tutto il mondo e diventeranno peccatori storici.

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