Il dibattito dietro alle mascherine
Il 28 aprile, la CNN, la BBC e altri media hanno scoperto che il vicepresidente statunitense Mike Pence, responsabile della prevenzione e del controllo dell’epidemia, non ha indossato una mascherina durante la sua visita alla Mayo Clinic. Pence ha spiegato che "aveva effettuato regolarmente i test" e "non era contagiato dal virus". È interessante notare che, nella fase iniziale dell'epidemia, i Paesi occidentali sono rimasti combattuti a lungo sulla questione delle mascherine, chiedendosi se andassero indossate o meno, il che ha disorientato molte persone: indossare una mascherina può proteggere se stessi e gli altri, perché è diventato un dilemma?
Prima di tutto, la questione del se le mascherine vadano indossate o meno è concettuale. In secondo luogo, il ruolo delle mascherine nella prevenzione del virus negli Stati Uniti e in Europa è controverso. In terzo luogo, la capacità produttiva delle mascherine è diventata un ostacolo.
Alla fine, sfortunatamente, alle mascherine è stata affibbiata con la forza un’etichetta politica. Per combattere il nuovo coronavirus, la Cina ha fornito, nei limiti delle sue capacità, assistenza a molti Paesi, donando una grande quantità di forniture sanitarie, incluse mascherine. L'assistenza medica fornita dalla Cina ai Paesi di tutto il mondo ha ricevuto elogi dai Paesi aiutati, ma ha suscitato al contempo un atteggiamento di scetticismo. Alcuni politici e media statunitensi ed europei, da un lato, hanno usato le mascherine prodotte in Cina, dall’altro, hanno dato prova di squilibrio psicologico e parlato della cosiddetta "diplomazia delle mascherine", accusando la Cina di usare le donazioni per ottenere supporto straniero e approfittare della crisi per guadagnare influenza geopolitica.
Ogni mascherina ha una piccola superfice, ma il significato che porta con sé è molto grande. Si spera che le mascherine possano aiutare a combattere il virus e ancor più si spera le mascherine possano proteggere dai virus politici.