Cina: la lotta per contrastare l’epidemia e lo sviluppo economico si sostengono a vicenda e necessitano l’uno dell’altro
L’11 febbraio a Beijing un responsabile competente della Commissione nazionale cinese per lo sviluppo e la riforma ha affermato che fino al giorno 10, oltre il 76% delle imprese di mascherine ha ripreso la produzione, che entrando nella prossima fase verrà stimolata il più possibile. Con l’avvio di una fase cruciale per la prevenzione e controllo dell’epidemia, risultano essere entrambi importanti sia la lotta per contrastarla che lo sviluppo economico, che si sostengono a vicenda e necessitano l’uno dell’altro. Le diverse regioni devono ripristinare il lavoro e la produzione in modo ragionevole e ordinato in base all’evolvere dell’epidemia e sotto la premessa di un rafforzamento della protezione.
Durante una conferenza stampa tenuta dall’organismo per la prevenzione e controllo congiunti dell’epidemia del Consiglio di Stato, il membro del gruppo del PCC e segretario generale della Commissione nazionale per lo sviluppo e la riforma Cong Liang ha illustrato che nel quadro dell’intera Cina, le varie province (regioni autonome e municipalità soggette all’amministrazione diretta del governo centrale), ad eccezione dello Hubei, hanno cominciato gradualmente a ripristinare il lavoro e la produzione, e in particolar modo sono tornate a essere operative le imprese dei settori prioritari, quali quello dei materiali sanitari cruciali, delle risorse energetiche, cerealico, dei trasporti e logistico.
“Secondo quanto dimostrato dagli ultimi dati raccolti nelle 22 province principali e resi pubblici il 10 febbraio, oltre il 76% delle aziende produttrici di mascherine e oltre il 77% di quelle produttrici di tute protettive ha ripreso la produzione. Oltre il 94,6% delle imprese nazionali di produzione e lavorazione ceralicola monitorate in modo prioritario hanno ripristinato l’attività, e il 57,8% delle miniere di carbone è tornato a produrre. C’è sufficiente fornitura di elettricità, gas naturale e petrolio finito, mentre le reti di trasporto aereo, ferroviario e fluviale stanno funzionando normalmente.”
Il direttore del Dipartimento per lo sviluppo sociale della Commissione nazionale per lo sviluppo e la riforma Ou Xiaoli ha ammesso che il protrarsi del ripristino di lavoro e produzione nelle imprese ha aggravato la carenza già rilevante di materiali protettivi, in particolare di mascherine. Il prossimo passo sarà cercare in ogni modo di promuverne la produzione e aumentarne la fornitura.
“Attualmente 1/4 delle imprese produttrici di mascherine non ha ancora ripristinato la produzione. Bisogna aiutarle nel coordinarsi e risolvere le difficoltà affrontate nel corso del ripristino della produzione in termini di manodopera, materie prime e ausilari, capitali e così via, così da consentirle di tornare quanto prima in produttività. Per quanto riguarda le imprese che non sono ancora tornate in completa produttività, occorre favorirle affinchè possano realizzare quanto prima la propria piena capacità produttiva, di modo che possano quindi tornare a produrre a pieno carico. Alle aziende che hanno bisogno di ampliare la produzione, si fornirà sostegno finanziario con i capitali del budget delle finanze centrali.”
Ou Xiaoli ha aggiunto che occorre anche promuovere l’aumento dell’importazione delle imprese interessate, sostenere le aziende nel trasportare in Cina con aerei charter le mascherine acquistate all’estero, coordinare le parti relative nel completare le trasferte del materiale di prevenzione epidemica, tra cui le mascherine, donato dai governi stranieri e dalle organizzazioni internazionali.
Il segretario generale della Commissione nazionale per lo sviluppo e la riforma Ou Xiaoli ha affermato che con l’avvio della fase cruciale per la prevenzione e controllo dell’epidemia, risultano essere entrambi importanti sia la lotta per contrastarla che lo sviluppo economico, che si sostengono a vicenda e necessitano l’uno dell’altro.
“Che le diverse regioni debbano riprendere il lavoro e la produzione in modo ragionevole e ordinato secondo l’evolversi dell’epidemia, non significa che tutte le aree debbano obbligatoriamente riprendere il lavoro e la produzione, in quanto si deve reagire a seconda della situazione reale. Le imprese dotate delle condizioni necessarie possono ripristinare la produzione sottostando la premessa di un rafforzamento nella protezione. Per le aziende che non dispongono di condizioni sufficienti, sono tenute a riprendere il lavoro e la produttività quelle dei settori medico-santiario e di prime necessità quotidiane, mentre quelle degli altri settori dovrebbero attendere ancora per un certo periodo. ”
Ha sottolineato che le imprese devono essere munite di materiale quale disinfettante e pistole per la misurazione della temperatura corporea, e distribuire agli impiegati mascherine ed altri prodotti protettivi. Bisogna inoltre garantire i diritti e interessi legittimi degli adetti, e per coloro che non prendono ferie gli stipendi devono essere garantiti secondo le politiche relative, con tempestiva consegna dei trattamenti bonus.
Recentemente nel corso del riprisinto delle attività operative e produttive, alcune regioni hanno varato alcune politiche restrittive, quali l’applicazione del sistema di registrazione del riprisinto delle attività operative e l’istituzione di requisiti per ottenere l’approvazione. In alcuni luoghi si sono verificati addirittura casi di arresto dei responsabili delle aziende che hanno ripristinato la produzione. In merito, il direttore del Dipartimento dello sviluppo sociale della Commissione nazionale per lo sviluppo e la riforma Ou Xiaoli ha dato la seguente risposta:
“Queste misure sono contrarie allo spirito del Comitato Centrale del PCC, secondo il quale bisogna rafforzare la prevenzione e controllo scientifico e realizzare in modo ordinato il ripristino delle attività operative e produttive. Fermeremo rigorosamente la restrizione nel ripristino dell’attività lavorativa e produttiva tramite metodi semplici e crudi quali l’approvazione. Abbiamo informato immediatamente e in vari modi le località in cui si sono verificati questi problemi, chiedendo loro di correggere le misure non opportune.”