Continua l’amicizia sulla via della seta fra i due antichi paesi orientale e occidentale

2022-05-07 14:41:48
Comment
Share
Share this with Close
Messenger Messenger Pinterest LinkedIn

Due mille anni fa l’antica via della seta legata la dinastia degli Han occidentali all’antica Roma era uno dei metodi più presti per gli scambi fra le civiltà orientale e occidentale: 700 anni fa dopo 17 anni del viaggio in Cina, Marco Polo partì dalla città di Quanzhou della provincia del Fujian, chiamata da se stesso “città di luce” e tornò alla sua città di nascita Venezia lungo la via della setta marittima. Oggi l’amicizia di mille anni fra Cina e Italia continua lungo la via della seta.

Ora la situazione mondiale è complicata e cambia sempre, come approfondire l’amicizia fra le due civiltà? Luo Hongbo, la ricercatrice dell’Accademia delle Scienze Sociali della Cina e conferita nel 1993 l’onorificenza di Cavaliere, e prof.ssa Alessandra Lavagnino, direttore dell’Istituto Confucio dell’Università degli Studi di Milano, hanno fatto le profonde discussioni nel dialogo.

Domanda: la Cina e l’Italia sono i rappresentanti della civiltà orientale e occidentale. Cosa pensa abbiano in comune le due antiche civiltà?

Alessandra Lavagnino: L’antica Grecia e l’antica Roma sono la curva della civiltà occidentale. L’impero romano aveva l’uniforme sistema legale, politico e di trasporto conveniente, che non aveva grande differenza con gli tempi di Qin e degli Han. I due imperi si trovano alle due estremità dei continenti europeo e asiatico, nonostante non avevano a quel tempo gli scambi diretti, formarono la simile forma civile e vibrazioni meravigliose.

Nel tempo moderno ereditati i geni culturali dell’antichità, tutti e due paesi hanno una solida base e l’identità culturali.

Domanda: Le civiltà risplendono e si arricchiscono grazie agli scambi e a un approccio reciproco. A Suo parere, che influenza ha avuto la cultura italiana sulla Cina e viceversa?

Luo Hongbo: Gli scambi fra le diverse civiltà sono un fattore fondamentale di promuovere lo sviluppo civile.

All’epoca dell’imperatore Hanwudi, gli inviati, come Zhang Qian, iniziarono ad esplorare le regioni occidentali e, sebbene non raggiungessero l'Europa, la seta, la porcellana e il bronzo si diffusero in Europa. Nel libro “Lo Hanshu, la storia delle regioni occidentali”, Roma è chiamata “Daqin”, “i cui popoli sono alti ed eleganti, simili ai cinesi, quindi questo paese viene chiamato Daqin.”

Donald F. Lach dice: “Ai rinascimenti i pittori disegnano la natura reale, il che è influenzato senza dubbio dall’Oriente.”

Anche l’Italia esplose attivamente l’Oriente. A partire del tredicesimo secolo, un grande numero di commercianti e missionari italiani venissero in Cina e illustrarono anche la cultura cinese all’Occidente.

Dagli antichi si vede la comune speranza della Cina e dell’Occidente di esplodere la controparte. Fra gli statui dei 100 personaggi al Monumento del Millennio che influenzano la storia cinese, ci sono solo due stranieri, uno è Marco Polo e l’altro è Matteo Ricci, da cui si può trovare l’ampiezza e la profondità degli scambi culturali sino-italiani.

Domanda: Il "centrismo occidentale" ha molti pregiudizi contro la civiltà cinese. Secondo Lei, perché l'Occidente interpreta sempre in modo sbagliato la Cina? In che modo il mondo dovrebbe conoscere e comprendere meglio la Cina?

Luo Hongbo: La Cina e i paesi occidentali e americani sono molto distanti, e hanno le storie, le culture, i costumi e il valore diversi. Si attraggono reciprocamente, ma ci sono anche i pregiudizi e le incomprensioni.

Negli ultimi anni sempre più italiani sono venuti in Cina e dopo la loro visita capiranno gradualmente il nostro paese. Ma il numero è ancora poco, gli italiani conoscono la Cina principalmente tramite TV, giornali e Internet, molte informazioni sono distorte o unilaterali.

Come far il mondo conoscere e comprendere la Cina? Matteo Ricci è un buon esempio. Il primo libro che lui scrivesse in cinese è “Il vangelo dell’amicizia”. La Cina enfatizza il “fare l’amicizia” fin dall’antichità e nel libro “Analoghi di Confucio ” si discute il modo relativo. Oggi la Cina persiste nel principio di “coesistenza pacifica ” che in realtà ha lo stesso significato con “fare l’amicizia” con gli altri.

Alessandra Lavagnino: È facile creare malintesi quando le lingue e le culture sono diverse e la comprensione reciproca è insufficiente. Per conoscersi meglio occorre rafforzare le consultazioni e le spiegazioni fra gli intermediari. Quindi dobbiamo impegnarci di coltivare più persone che conoscono la lingua e la cultura della controparte, facendoli essere un ponte tra i due paesi. La situazione internazionale diventa complessa e delicata, la Cina e l’Occidente dovrebbero rafforzare gli scambi e aumentare le occasioni di incontro fra i due popoli.

La politica è unilaterale, invece la cultura no. Bisogna partire dalla comune base culturale e portare avanti un dialogo costruttivo. Il dialogo è sempre più importante per noi.

Related stories

Condividi

Articoli più letti

00:00:44
Il fantastico mondo 3D creato da un ragazzo di campagna
00:00:38
Artigianato dell’inserto vegetale
00:00:43
Fujian: la rivitalizzazione dell'industria rurale creata da tè e gastronomia tipica
00:00:45
Yudu, la moda internazionale nella vecchia base d’appoggio alla rivoluzione
Pioggia per il grano
00:02:29
Pioggia per il grano nei reperti archeologici cinesi