Otto anni dopo, più di prima

2022-01-27 03:10:02
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Il “miglioramento della vita del popolo”. É la priorità indicata dal presidente cinese Xi il 19 novembre a Beijing durante il terzo Simposio dedicato alla costituzione della BRI, la Belt and Road initiative. E non è una novità, posto che degli obiettivi di sviluppo qualificanti la BRI, il “miglioramento della vita del popolo” è parte costitutiva già dal suo avvio otto anni orsono.

I benefici alle popolazioni dei paesi coinvolti nel progetto sono visibili, ci sono state molte azioni specifiche: dalla creazione del Corridoio economico Cina-Pakistan e del Corridoio economico Cina-Mongolia-Russia, alla costruzione della ferrovia Mombasa-Nairobi e della ferrovia ad alta velocità Jakarta-Bandung.

Cose concrete, da elencare insomma. Il consolidamento reciproco della fiducia politica, l’interconnessione, il commercio senza ostacoli, l’integrazione finanziaria, gli scambi culturali, “l’ampliamento della dimensione del commercio con i paesi limitrofi, il sostegno all’importazione di un numero sempre maggiore di beni di qualità”, “lo sviluppo dell’e-commerce in ambito Belt and Road e la costruzione di un quadro di cooperazione digitale”. Coll’evidenziare tutte le importanti tappe raggiunte dalla Bri negli ultimi otto anni Il presidente Xi intendeva in realtà rimarcare quanto queste esperienze di successo costituiscano per la Cina soltanto un punto di partenza, per migliorare.

In questi anni, con la Belt and Road, la Cina ha provato a contribuire alla prosperità di diverse aree del mondo, grazie ad una piattaforma tramite cui mostrare il proprio impegno per una crescente apertura verso l’estero, promuovendo la costruzione di ciò che viene definita una “comunità umana dal futuro condiviso”. Col risultato che talvolta anche media occidentali inizialmente prevenuti hanno progressivamente modificato atteggiamento. Uno per tutti, la rivista statunitense Newsweek, che ha finito per definire la Belt and Road come “uno dei progetti economici di maggiore successo e di massima influenza".

I dati ci dicono che negli ultimi otto anni la Cina ha investito nella BRI quasi 140 miliardi di dollari, grazie ai quali, inoltre, le aziende cinesi hanno potuto creare ben 330.000 posti di lavoro nei paesi aderenti all’iniziativa.

Nei primi dieci mesi del 2021 il numero di treni della China Europe Railway Express - e il volume complessivo delle merci da essi trasportate - hanno superato di gran lunga i volumi raggiunti nel 2020, realizzando una duplice crescita: da gennaio a ottobre hanno operato in tutto 12.605 treni, con i quali sono state trasportate 1,126 milioni di TEU di merci, con un aumento su base annua rispettivamente del 26% e del 33%.

Negli ultimi anni la China Europe Railway Express opera in modo stabile e sicuro, è favorita dal mercato internazionale della logistica ed è diventata un importante canale strategico per il commercio internazionale.

É stato facile per l'intervento del Presidente Xi Jinping, alla terza Conferenza sulla BRI, ottenere ampia risonanza sia in Cina che tra imprenditori e investitori provenienti da molti paesi stranieri.

Wu Jianguo, capo dell'Ufficio per gli Investimenti Esteri e la Cooperazione Economica del Dipartimento del Commercio della Provincia dello Shandong, ha affermato che i passi successivi riguarderanno l’approfondimento della cooperazione economica e commerciale tra lo Shandong e i paesi aderenti alla BRI, proprio con il proposito di sostenere maggiormente la Belt and Road.

Zhao Jing, direttrice del Dipartimento del Commercio della provincia dello Shaanxi, ha sottolineato quanto sia necessario promuovere ancor più lo sviluppo di nuove industrie, nuovi modelli per l’innovazione nel commercio estero e nuovi spazi di cooperazione internazionale.

La vice direttrice dell'Istituto serbo di politica ed economia internazionale, Ivona Ladjevac, condividendo il giudizio sui benefici della BRI ai paesi partecipanti, ha inoltre indicato le condizioni per un'ulteriore espansione della cooperazione all'interno della Belt and Road anche in altri settori, considerata la crescente attenzione alle tematiche ambientali e alla diminuzione dell’intensità delle emissioni di carbonio: nuovi e ulteriori obiettivi di crescita e di cooperazione.

Francesco Maringiò, presidente dell’Associazione italo-cinese per la promozione della Nuova Via della Seta ed esperto di questioni cinesi, ritiene che tra Italia e Cina elungo la Via della Seta, il rapporto sia destinato ad essere speciale.

“Il Belpaese, oltre ad essere un membro fondatore dell’Asian Infrastructure Investment Bank, è lo storico terminale della Via della Seta e dispone di alcuni evidenti vantaggi competitivi rispetto ad altri partner europei: è capace di sommare convenienze logistiche (via mare e via terra) a competitività industriale, a innovazione tecnologica e indubbia vitalità culturale. Questa non è un aspetto secondario, Italia e Cina si percepiscono come civiltà culturali, possedendo entrambi un immenso patrimonio artistico - fonte di meraviglia per il mondo intero, di arricchimento reciproco senza pari, di cooperazione bilaterale e di sviluppo della BRI in una dimensione culturale unica”.

Lasciamo concludere Maringiò: “L'intervento del Presidente Xi al Simposio sulla Via della Seta offre uno sguardo d’insieme sulla visione globale che la Cina ha per la risoluzione dei problemi internazionali e, soprattutto, ci aiuta a comprendere in che modo i cinesi vivano intimamente la BRI. In Occidente la percepiamo come progetto legato a economia, commercio e infrastrutture, nella comprensione cinese vengono invece considerate altre molteplici dimensioni. Per esempio va notato come il presidente cinese abbia più volte fatto riferimento alla transizione ecologica e ai contributi che la Cina può offrire ai vari paesi BRI per favorire questo processo: anche il tema dell'impegno comune contro la pandemia è collegato al tema della salvaguardia dell’ambiente e del rapporto tra uomo e natura. Qualunque sia l'approccio, l’uomo resta al centro e si cercano soluzioni condivisibili ai problemi che nel suo complesso vive l'umanità”.


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