Cina, le imprese centrali del Paese contribuiscono al ripristino dell’ordine della catena della fornitura globale

2021-02-25 17:02:43
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Nel 2020 l’epidemia di Covid-19 si è abbattuta sul mondo, influenzando lo svolgimento di molti progetti realizzati all’estero da parte delle imprese centrali cinesi. Queste ultime sono tuttavia riuscite a superare ogni difficoltà e hanno insistito nel portare avanti la produzione applicando misure di prevenzione rigorose. Questo ha garantito il procedere stabile dei progetti e ha fornito un contributo positivo al ripristino dell’ordine della catena di fornitura globale.

Il progetto della centrale idroelettrica di Condor Cliff e La Barrancosa, nella provincia di Santa Cruz, in Argentina, costruita sotto contratto da China Gezhouba Group Corporation (“CGGC”), azienda affiliata al gruppo China Energy Engineering, rappresenta la stazione idroelettrica più a sud del mondo, il maggiore progetto di cooperazione tra Cina e Argentina e fino ad oggi il progetto energetico più grande del Paese del Sud America. Nel contesto della pandemia, il dipartimento del gruppo Gezhouba, responsabile del progetto, nel rispondere attivamente ai regolamenti sulla prevenzione epidemica stabiliti dal governo locale, ha fatto pieno uso delle proprie limitate risorse per predisporre la produzione in modo razionale e per far procedere il progetto in modo continuo e stabile. Il responsabile per i collegamenti esterni del progetto, Mariano Musso, ha così illustrato:

“All’inizio di marzo scorso è stato segnalato il primo caso di contagio confermato in Argentina e le Represas Patagonia hanno varato regolamenti contro il coronavirus, adottando misure preventive e protettive per tutelare la sicurezza del personale impegnato al lavoro sulla diga. Il governo statale e quello provinciale, i sindacati e la direzione della diga si sono trovati d’accordo sul fatto che il modo migliore per proteggere i lavoratori a causa dell’interruzione del traffico fosse quello di farli rimanere sul posto di lavoro, continuando con la costruzione della diga e sospendendo i cambi di turno del personale”.

Nel frattempo, l’azienda ha lavorato attivamente per aiutare gli abitanti locali a lottare contro l’epidemia, donando un gran numero di mascherine, tute e occhiali protettivi insieme ad altri materiali. Al contempo, tramite l’ambasciata cinese in Argentina, ha coordinato gli scambi sulla prevenzione e il controllo del Covid-19 tra il Dipartimento della Sanità della provincia di Santa Cruz che ospita il progetto, i direttori degli ospedali locali e il gruppo di esperti per le cure mediche del Covid-19 della provincia cinese dello Hubei. Il direttore del Dipartimento della Sanità della provincia di Santa Cruz, Juan Carlos Nadalich, ha così affermato:

“Il governo cinese vanta ricche esperienze nella lotta contro l’epidemia, le ha condivise e ci ha offerto aiuto per prepararci a combattere il virus. Le Represas Patagonia hanno donato dispositivi contro l’epidemia ai residenti locali per difendersi dal virus. Ciò che ha fatto il popolo cinese in un momento così importante ci ha fatto sentire la sua vicinanza”.

La miniera di uranio di Hosan, in Namibia, è il più grande progetto singolo di investimento della Cina in Africa, un progetto di cooperazione prioritario nel quadro dell’iniziativa “Belt and Road”, nonché il progetto più importante della collaborazione sino-africana. In un contesto di stabilità della prevenzione e del controllo dell’epidemia, il Paese si è impegnato a ripristinare lo sviluppo economico e sociale. Il progetto della miniera di uranio di Hosan, il cui fatturato annuale occupa il 5% del PIL della Namibia, ha ripreso per primo le attività lavorative e produttive, svolgendo un ruolo chiave per la ripresa economica del Paese.

Il progetto coinvolge in totale circa 3000 dipendenti cinesi e stranieri. La società CGN Swakop Uranium, affiliata al gruppo China General Nuclear Power e responsabile della gestione del progetto, ha costituito un sistema gestionale per la prevenzione e il controllo dell’epidemia apprendendo le esperienze cinesi in merito, istituendo un team direttivo di risposta alla pandemia e realizzando la prevenzione epidemica e la produzione con un modello di gestione basato sulle tecnologie big-data. Il Chief Operating Officer di Swakop Uranium, Angula Kalili, ha detto queste parole:

“Nel nostro sistema gestionale per la prevenzione e il controllo dell’epidemia, il presentare dei rapporti sulle condizioni di salute rappresenta un aspetto molto importante e richiede che ogni dipendente ed ogni operatore delle società d’appalto aggiorni quotidianamente on-line la situazione relativa alla sua salute. Le informazioni relative vengono raccolte per realizzare un rapporto che ci aiuta a investigare e a filtrare i rischi. Finora i provvedimenti preventivi adottati dall’intera società sono stati molto efficaci. Tra gli operatori del settore ed altre aziende della Namibia, CGN Swakop Uranium ha applicato le misure di prevenzione e di controllo dell’epidemia più efficaci e più complete, garantendo la sicurezza di tutte le persone che lavorano al suo interno”.

CGN Swakop Uranium si è impegnata ad aiutare la regione che si trova a lottare contro l’epidemia, donando molte volte ad ospedali, scuole, questure ed altre istituzioni dispositivi contro il virus. Il Chief Executive Officer della società, Cai Yusheng, ha illustrato che in qualità di azienda centrale cinese, la società ha istituito una fondazione specifica per adempiere alle sue responsabilità nei confronti della società e ripagare la comunità locale. In questo contesto di epidemia le imprese a capitale cinese hanno portato avanti la propria missione per aiutare la società locale e affrontare insieme le difficoltà del momento.

“Abbiamo questo principio coerente di offrire il sostegno necessario alle regioni che ci ospitano in linea con le nostre capacità, mettendo in pratica il concetto avanzato dal governo cinese e relativo alla cooperazione con l’Africa, ossia affetto, sincerità, beneficio e inclusività.”

Il vice direttore della State-Owned Assets Supervision and Administration Commission del Consiglio di Stato cinese, Hong Bin, ha affermato che sin dallo scoppio dell’epidemia del Covid-19, le imprese centrali cinesi hanno dato pieno gioco ai propri punti di forza, non solo fornendo un forte supporto al funzionamento stabile della catena di approvvigionamento della Cina, ma anche offrendo un contributo positivo al ripristino ordinato di quella globale. Fino alla seconda decade di novembre scorso, circa l’80% dei progetti all’estero sono proceduti in modo stabile superando le conseguenze portate dall’epidemia. Quasi 600 progetti all’estero sono stati portati a termine, completando quanto previsto dai contratti e garantendo la quantità e la qualità degli ordini internazionali.

“Nel periodo post-Covid, con la ristrutturazione accelerata della catena della fornitura globale, la State-Owned Assets Supervision and Administration Commission del Consiglio di Stato cinese sosterrà e incoraggerà le imprese centrali a svolgere ulteriormente il loro ruolo di guida e di traino, rafforzando la cooperazione con le aziende dei vari Paesi intorno all’obiettivo di aprire la catena della fornitura coordinando le parti interessate nel suo corso superiore e inferiore, e di stabilizzare la catena industriale. In questo modo la Cina potrà continuare ad offrire la propria forza per rendere più solida la catena globale della fornitura”.

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