Bruno Grassetti: gli italiani sono pronti a continuare a cooperare con la Cina
Sin dalla sua prima visita in Cina all’inizio degli anni ‘80 del secolo scorso, l’ingegnere italiano Bruno Grassetti ha continuato a impegnarsi per rafforzare la cooperazione tra Italia e Cina in campo tecnico-scientifico. Per i suoi evidenti contributi nell’ambito del trasferimento tecnologico, nel 2014 gli è stato conferito il Chinese Government Friendship Award. Durante una recente intervista al China Media Group, Grassetti ha affermato che nel suo 14° Piano quinquennale la Cina sottolinea che l’innovazione autonoma non implica la chiusura all’esterno, e che gli italiani sono pronti a continuare a svolgere la cooperazionne tecnico-scientifica con la Cina nei settori di eccellenza del proprio paese.
All’inizio degli anni ‘80 del secolo scorso, Bruno Grassetti, docente presso l’Università di Roma La Sapienza, è venuto in Cina nella veste di rappresentante tecnico-scientifico del governo italiano nel quadro delle Nazioni Unite, allo scopo di fornire supporto tecnologico alla Cina nella costruzione dei parchi della scienza e della tecnologia. Dopo aver lavorato per un certo periodo a Zhongguancun, a Beijing, egli ha soggiornato in molte altre località cinesi, per cui ormai si sente a casa propria in Cina.
“Io ho cominciato a lavorare nei parchi scientifici di Fuzhou, di Nanning, oltre a quello di Zhongguancun. È questo un lavoro che è continuato, il programma si chiama China Torch Program che ancora è in funzione. Io quindi ho girato nel Fujian, sono stato nel Guangdong, e poi la cosa è continuata negli anni, tuttora oggi sono impegnato in alcuni importanti progetti. E io quando vado in Cina mi sento come se fosse a casa.”
All’inizio, Grassetti operava in Cina con un incarico ufficiale, promuovendo la collaborazione tecnico- scientifica tra Italia e Cina. In seguito, egli è passato a fare da mediatore individuale per facilitare il collegamento tra la costruzione dei parchi tecnico-scientifici cinesi e il trasferimento di tecnologia avanzata italiana. Ha partecipato a progetti tecnologici di collaborazione italo-cinese nei settori alimentare, delle telecomunicazioni, aerospaziale e della tutela ambientale. Di conseguenza, per encomiare i suoi contributi, nel 2014 la parte cinese gli ha conferito il Chinese Government Friendship Award.
Grassetti apprezza in particolare i progressi realizzati negli ultimi dalla Cina nei comparti informatico e digitale, e si dice disposto a continuare a contribuire alla collaborazione tra Italia e Cina.
“Il successo che sta avendo la Cina nelle tecnologie informatiche è di conseguenza tutto quello che è, anche il pagamento online, con WeChat, la stessa 5G con i campioni di Huawei, con la ZTE etc.. Sono soltanto un individuo, sono molto onorato di essere stato considerato come un amico della Cina, ufficialmente con il premio che ho ricevuto e da lì ho preso l’impegno di continuare a indipendentemente a cooperare, quelle che sono le mie modeste possibilità, per lo sviluppo della Cina.”
Durante la recente quinta sessione plenaria del 19° Comitato Centrale del PCC, è stata avanzata “la persistenza nella posizione centrale dell’innovazione nel quadro generale della modernizzazione”, assegnando all’innovazione tecnico-scientifica una dimensione senza precedenti. Grassetti ritiene che dalle proposte del 14° Piano quinquennale emerge che l’innovazione tecnico-scientifica autonoma della Cina non implica la chiusura all’esterno. L’innovazione tecnico-scientifica occuperà sempre una posizione importante nella strategia statale di sviluppo del paese.
“Chiamiamola non chiusura, non la chiamerei chiusura del governo cinese, ma indicazioni per cercare di essere autonomi, oggi ancora di più. Perché? Perché è chiaro che la Cina si sta ormai confrontando ancora molto bisogno di tecnologie, anche se in alcuni settori la Cina è diventata ormai leader mondiale. Io parto sempre dalle ‘quattro modernizzazioni’ perché ancora oggi quella linea politica che ha tracciato lo sviluppo della Cina è ancora valida. È il motivo per cui io sono stato chiamato e invitato a Beijing a collaborare.”
Attualmente Grassetti sta partecipando alle attività culturali organizzate a Shanghai nel quadro dell’UCCN. Egli afferma che l’Italia e la Cina possono collaborare in molti settori.
“Noi non siamo un paese di grandi tecnologie ma certamente siamo preparati in quelle che si chiamano le industrie culturali e creative. Qui c’è un settore molto nuovo, è quello dell’applicazione delle tecnologie alla gestione del patrimonio culturale, non soltanto i musei, in quanto tali, ma l’organizzazione di grandi spettacoli, di grande entertainment. È una prospettiva che può dare la possibilità anche di rinforzare il cosiddetto soft power cinese. E noi siamo pronti come italiani.”