Cina, una piccola azienda produttrice di alimenti per animali domestici vince la sua “battaglia” contro il Covid-19

2020-06-11 15:06:27
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Dopo lo scoppio dell’epidemia di Covid-19, come milioni di altri proprietari di piccole e medie imprese, l’umore di Wang Chen, un figlio della generazione nata in Cina dopo gli anni Ottanta, ha vacillato, così come ha vacillato la sua impresa, che si è vista costretta a contrarre debiti e mutui per pagare i salari dei propri dipendenti. Ora, grazie all’aiuto del governo, Wang Chen è tornato a pensare positivo e, dopo alcuni mesi di duro lavoro, ha finalmente vinto la sua personale “battaglia” contro il Covid-19, riuscendo a rimettere in piedi la propria azienda.

Più di dieci anni fa, Wang Chen si è lanciato nell’industria dei prodotti alimentari per animali domestici, aprendo con alcuni partner una società nel distretto Jing’an di Tianjin. Qui ha costituito un team di ricerca e sviluppo, con lo scopo di produrre alimenti per animali domestici di alta qualità principalmente per i mercati esteri. I prodotti della sua impresa erano però venduti con il marchio di altre prestigiose aziende del settore.

Wang Chen e i suoi partner hanno investito oltre 16 milioni di yuan nel Parco industriale della Beijing-Tianjing Science and Technology Valley del distretto di Wuqing, nella città di Tianjin, per creare un nuovo marchio: “Yuanchuang Pinzhi”. La nuova impresa ha ordinato le attrezzature più avanzate e ha aperto ufficialmente nell’agosto dell’anno scorso. Tutto era pronto quando, all’improvviso, è esplosa l’epidemia. Wang Chen ha ricordato che in quel periodo l’impresa ha interrotto la produzione a causa dell’epidemia e che temeva che l’azienda non riuscisse a riprendere le attività. Dopo la Festa di Primavera, doveva consegnare un ordine all’estero. In caso di inadempienza, avrebbe dovuto affrontare un grande risarcimento.


Dopo un’indagine approfondita, il comitato che gestiste il parco industriale ha ritenuto che l’azienda fosse nelle condizioni per riprendere la produzione e le attività lavorative. Prima della ripresa del lavoro, i dipartimenti competenti della municipalità di Tianjin hanno spiegato più volte le politiche di ripresa all’azienda. I dipartimenti interessati del distretto dove si trovava la fabbrica originale hanno fornito loro le mascherine e gli altri dispositivi di prevenzione individuale. In questo modo, “Yuanchuang Pinzhi” è diventata una delle prime imprese locali a riprendere le attività.

Alla seconda metà di febbraio la situazione epidemica in Cina era ancora grave, ed i prezzi delle materie prime e i costi di trasporto hanno registrato un forte aumento. Un altro partner della società, Wu Zengjie, ha rilevato che “A quel tempo, la nostra impresa non era in grado di pagare gli stipendi di marzo”. I quattro partner erano molto preoccupanti e stavano persino pensando di chiudere definitivamente i battenti.Wu Zengjie, che in quei giorni si trovava a Shanghai, pensò di ipotecare un appartamento per raccogliere qualche soldo e sostenere almeno per un po’ l’azienda. Tuttavia, l’iter burocratico si è rivelato piuttosto complicato e il giorno della scadenza per pagare gli stipendi si avvicinava sempre di più. Non c’era più tempo. Diversi amici, venuti al corrente della situazione, gli hanno prestato due milioni di yuan e l’azienda ha tirato così un sospiro di sollievo.

A marzo, l’Ufficio del lavoro finanziario della municipalità di Tianjin ha appreso delle difficoltà affrontate dalla sua impresa e l’ha messa in contatto con alcune banche. Dopo una serie di rigorose valutazioni, una banca e l’impresa hanno trovato un’intesa per un prestito di 1,5 milioni di yuan. “Non si è trattato solamente di una manna dal cielo”, ha riferito il responsabile dell’azienda Jin Dayuan. “Per un’impresa privata di piccole o medie dimensioni - ha aggiunto - avere accesso al credito è molto utile se vuole diventare più solida ed espandersi”.

Durante questo periodo, l’impresa ha iniziato a trasferire le sue operazioni all’interno del Paese e online, e ha partecipato ai corsi di formazione aziendali organizzati da diverse piattaforme di e-commerce. I loro prodotti di alta qualità si sono fatti rapidamente strada online. Se a marzo erano già una trentina i negozi online che vendevano i suoi prodotti, ad aprile erano diventati più di 130. Nel frattempo il parco industriale li ha anche esentati dal pagamento di più di 300 mila yuan di affitto.

Secondo i calcoli dell’azienda, a partire dalla ripresa della produzione e delle attività lavorative di febbraio scorso, il volume delle vendite mensili ha raggiunto circa 2,8 milioni di yuan, pari a circa il triplo delle vendite registrate nel mese precedente allo scoppio dell’epidemia. Forte di questi promettenti risultati, la compagnia ha ordinato tre nuovi macchinari di grandi dimensioni e assunto anche una decina di nuovi dipendenti.

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