Yuan Jingyi: una studentessa in medicina, una volontaria che ha “cuore”

“Sono stata una giovane volontaria che ha lavorato per prevenire l’epidemia. Se sarà necessario continuerò ad offrire il mio contributo”. Queste sono le parole pronunciate da Yuan Jingyi, studentessa all'Università di medicina tradizionale cinese di Changchun, e che ogni giorno controlla gli sviluppi dell’epidemia.

Alla fine di gennaio scorso, dopo lo scoppio dell’epidemia di Covid-19, il Comitato della Lega della Gioventù Comunista della provincia del Jilin ha diffuso un avviso per richiedere volontari centralinisti per la “hot line” telefonica a livello provinciale. Yuan Jingyi era venuta a sapere di questa richiesta da un insegnante, mentre era a lezione, e ha subito deciso di dare la sua adesione: “Studio la medicina tradizionale cinese. Anche se non posso andare in prima linea, farò del mio meglio”.
Da qual momento e per oltre un mese, Yuan Jingyi si è impegnata al massimo nel suo servizio di centralinista volontaria.
Dopo l’esplosione improvvisa dell’epidemia, il numero di chiamate alla linea telefonica sanitaria 12320 della provincia del Jilin ha visto un drastico aumento e in un solo giorno ne venivano ricevute diverse migliaia. Alcune persone riferivano di casi sospetti di contagio, altre di problemi relativi alla prevenzione e al controllo dell’epidemia mentre altri ancora chiedevano informazioni su come prevenire il contagio.
Dopo aver indossato la cuffia Yuan Jingyi era pronta ad entrare in servizio. Ogni giorno dalle 8 del mattino alle 4 del pomeriggio si metteva in ascolto delle persone, rispondeva, prendeva nota, e le confortava… Una telefonata poteva durare dai cinque ai trenta minuti. Nei giorni di maggiore concentrazione di lavoro Yuan Jingyi riceveva oltre 50 chiamate al giorno, rimanendo per molte ore senza bere e con la bocca secca.
“Fare volontariato non mi stanca, anzi mi dà un senso di realizzazione”. Yuan Jingyi ci ha riferito che nelle prime fasi dell’epidemia molte persone erano state prese dal panico, compresa una giovane donna che piangendo al telefono si era rivolta a lei con queste parole: “Ogni volta che esco se tocco delle cose ho paura di essermi contagiata e appena torno a casa vorrei lavare i vestiti con l'alcol!”. A queste persone Yuan Jingyi aveva risposto con pazienza, parlando con lei dettagliatamente sulle modalità più scientifiche per prevenire l’epidemia, e riuscendo infine a calmarla. “In ogni telefonata dobbiamo comunicare un senso di fiducia. Non sono qui solo per prendere nota dei fatti e per riferire delle cose, ma devo usare il cuore per portare alle persone calore e fiducia in questo momento così particolare”.
Un altro giorno aveva ricevuto varie chiamate che riferivano di un assembramento creato da alcune persone che erano andate ad acquistare delle mascherine. Yuan Jingyi annotò tutto sul computer: “Attraverso questa piattaforma ‘hot line’ prendiamo nota di tutti i problemi che le persone hanno urgente bisogno di risolvere. Il nostro lavoro getta un nuovo ponte per una comunicazione più efficace tra governo e cittadini”.
Dopo che la situazione epidemica è tornata gradualmente sotto controllo, anche le chiamate per consulti alla ‘hot line’ hanno iniziato a diradarsi e sempre più persone telefonavano per porre domande sulla ripresa del lavoro e della produzione. Yuan Jingyi ha così portato a termine il suo compito.
La medicina tradizionale cinese potrà giocare un ruolo importante nel trattamento clinico della Covid-19. Yuan Jingyi è determinata ad imparare bene la professione per cui sta studiando e ci ha salutato rivolgendo a noi queste parole: “Essere un medico, curare e salvare le persone per me significa svolgere un ruolo più importante”.