Dalla terra della libertà alla Cina

2019-09-27 15:16:10
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Tra la Repubbliche più antiche del mondo c’è uno Stato di 61 chilometri quadrati e 33mila abitanti,con una proiezione internazionale sempre maggiore e soprattutto l’ambizione di lavorare ufficialmente ed efficacemente all’interno della Nuova Via della Seta. Cinitalia ha incontrato Nicola Renzi, il Segretario di Stato per gli Affari Esteri della Repubblica di San Marino.

Signor Segretario, quali principi guidano il rapporto bilaterale tra San Marino e la Cina?

La Repubblica di San Marino intrattiene relazioni diplomatiche con la Repubblica Popolare Cinese dal 6 maggio 1971, data della firma dell’Accordo di stabilimento delle relazioni ufficiali tra i due Paesi. Da allora i contatti sono stati frequenti e costanti, segno delle ottime relazioni che si sono sviluppate nel tempo, arricchite da accordi chiave in diversi ambiti: dalla collaborazione nel campo della cultura e dell’istruzione, all’abolizione del visto d’ingresso e ovviamente alla collaborazione economica.Lo confermano le numerose visite bilaterali, ufficiali e private, ai più alti livelli istituzionali. I rapporti tra i due Paesi hanno poi ottenuto una sensibile accelerazione grazie all’elevazione delle relazioni al più alto livello diplomatico, avvenuta attraverso l’Accordo fatto a Pechino l’8 maggio 1991.

Lo crescita della Cina appare rapida e potente ed il Paese si candida ad essere uno Stato di riferimento. Che giudizio ha del modello di sviluppo cinese?

Certamente sulla Cina è alta l’attenzione globale per la crescita esponenziale del periodo più recente, che l’ha resa uno dei principali protagonisti dello scenario politico ed economico internazionale. San Marino ritiene, e si adopera in stretta coerenza di vedute, che sia utile e quanto mai opportuno osservare e porsi con

rispetto nei confronti di ogni modello di sviluppo, per quanto sensibilmente differente dal proprio, perché siamo consapevoli che da ogni esperienza e modello di sviluppo possano trarsi utili stimoli, strategici ed operativi. Questa la ragione per cui il mio Paese è convinto che con la Cina siano assolutamente da promuovere e perseguire gli strumenti del dialogo.

Europa ed Asia non sono più le stesse da quando è stata lanciata la Belt and Road initiative. In che modo la Repubblica di San Marino vuole esserne parte?

San Marino ha attivato contatti con le Autorità cinesi per esplorare la possibilità di partecipare alla Belt and Road Initiative, visto l’interesse che ha già suscitato in vari Paesi. Con alta attenzione verrà dunque valutata da parte sammarinese l’eventuale possibilità di aderirvi.

Quando lei si trova nel contesto dell’Unione Europea ad ascoltare le diverse posizioni degli Stati membri circa il rapporto tra l’Europa e la Cina, che cosa pensa?

La Cina è certamente un partner commerciale di primaria importanza e, di fatto abbiamo assistito di recente ad un’intensificazione delle relazioni tra Europa e Cina, prima con l’incontro tra il Presidente Xi, il Presidente Macron e il Cancelliere Merkel, poi con la sua visita in Italia ed in seguito con il vertice a Bruxelles. Dall’altra parte è certamente un competitor economico anche della UE. A tal riguardo ritengo che attraverso il confronto e la valorizzazione delle rispettive specificità, si possano cogliere gli aspetti positivi ed attivare una relazione proficua nell’interesse delle due macro-aree.

Una domanda un po’ obbligatoria, sul dialogo tra Cina e Italia. In che modo siete influenzati da come l’Italia interpreta la sua politica estera verso Pechino?

Le rispondo così: la politica estera della Repubblica di San Marino è certamente autonoma e indipendente, pur nell’attenta osservanza delle valutazioni svolte dall’amica Repubblica Italiana, da sempre partner strategico di San Marino. E’così anche per le evidenti ragioni di contiguità territoriale - essendo noi uno Stato enclave in territorio italiano - oltre che per il comune patrimonio identitario sotto il profilo storico, politico, sociale e culturale.

Su che cosa concretamente si stanno forgiando le attuali relazioni diplomatiche ed economiche con la Cina e su quale tra i temi attuali pensate di scommettere in futuro per lo sviluppo del rapporto bilaterale?

Confermo che i contatti con le autorità cinesi sono frequenti e le attività spaziano in tanti ambiti. Prioritaria però per San Marino è la conclusione con il Governo cinese una serie di accordi che possano costituire un utile framework nel processo di internazionalizzazione di San Marino e per l’attrazione di investimenti sostenibili e di nuovi flussi turistici. Parallelamente, ed a breve termine, siamo interessati a negoziare un accordo nel settore della cultura, per favorire la reciproca conoscenza e la condivisione di esperienze attraverso scambi tra studenti e insegnanti.

In che modo la Repubblica pensa di rafforzare la propria azione di internazionalizzazione verso la Cina? Specificatamente...

Lo stiamo facendo attraverso l’Agenzia per lo Sviluppo Economico – Camera di Commercio di San Marino che, in sinergia con il Governo, promuove attività, seminari e contatti per rafforzare la conoscenza reciproca, approfondendo e dettagliando le opportunità di business ai rappresentanti delle imprese sammarinesi presenti sul territorio cinese o che intendono avviare attività in futuro. E’ operativo un Ufficio di Rappresentanza nella città di Shanghai, che ha la finalità di attrarre nuovi flussi turistici ed investimenti sostenibili cinesi e al tempo stesso offrire servizi e collaborazione alle imprese sammarinesi che decidano di affacciarsi sul mercato cinese.

Un supporto fondamentale per costruire un rapporto solido con la Cina è la comunicazione. Tutto quanto abbiamo sin qui discusso presuppone che la Repubblica di San Marino sia conosciuta e apprezzata dal pubblico cinese. Su quale richiamo e con quali parole chiave lei vorrebbe che si costruisse una narrativa da consegnare al popolo e ai decisori cinesi?

Direi così: la Repubblica di San Marino è una tra le più antiche Repubbliche al mondo, è fiera ed orgogliosa del suo patrimonio storico, istituzionale e culturale, riconosciuto anche dall’Unesco, che ha consentito di forgiare le proprie istituzioni e di permeare il suo popolo. L’antica “Terra della Libertà” incuriosisce per l’originalità del suo modello di polis vivente, che ancor oggi convive al fianco di un moderno Stato democratico, aperto alla più ampia comunità internazionale, votato all’innovazione e all’internazionalizzazione attraverso un costante ammodernamento a livello istituzionale, economico e sociale.

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