L'antica città di Lijiang

2019-09-09 15:39:33
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L'antica Lijiang si trova nella provincia cinese sud occidentale dello Yunnan, ed è situata a 2500 metri di altezza tra cime che sfiorano i 5600 metri. A nord ovest di Lijiang si erge la catena montuosa del Drago di Giada caratterizzata dalle sue vette sempre innevate. Shanzidou, alta 5596 metri, è la cima innevata alla più bassa altitudine dell'emisfero settentrionale. Il Monte del Drago di Giada, che si erge a nord-ovest della città, dona a Lijiang un'atmosfera tranquilla e naturale.

Intorno al terzo secolo d.C., parte dell'etnia Qiang, che viveva nell'altopiano Qinghai-Tibet, si trasferì qui per sfuggire alla guerra. Le acque delle nevi sciolte della Montagna del Drago di Giada dissuasero i Qiang dal proseguire verso sud. Iniziarono così a stabilirsi ai piedi di questa montagna e, dopo un processo di sviluppo e integrazione durato centinaia di anni, diedero origine ad una nuova etnia: i Naxi.

Le acque del ghiacciaio del Monte del Drago di Giada confluiscono a nord dell'antica città di Lijiang, formando un lago naturale di circa 40 mila mq dalle acque limpide come giada che attraversano l'antica città durante tutto l'anno.

L'acqua è l'anima della città di Lijiang. Una volta che le acque provenienti dal Monte del Drago di Giada entrano a Lijiang, esse si ramificano in numerosi canali, infilandosi tra le strade, i vicoli e le case, e formando una rete di distribuzione idrica. Oltre 300 ponti di pietra e di legno dalle forme diverse collegano le strade e le case.

La città di Lijiang possiede il più antico sistema di rete di distribuzione idrica del mondo, la cui costruzione, per la morfologia del territorio, richiese enormi sforzi. A Lijiang tutti possono utilizzare l'acqua di sorgente dell'intero sistema idrico. Tre vasche, leggermente inclinate, formano insieme una pozza chiamata il Pozzo con Tre Bocche. L'acqua fluisce dalla prima bocca, che è in una posizione più alta, nella seconda bocca e infine nella terza. La prima bocca offre acqua potabile, la seconda viene utilizzata per lavare le verdure, mentre la terza per fare il bucato. I Naxi usano l'acqua con parsimonia e non prima delle nove del mattino. L'acqua per tutti loro è un dono della natura... migliaia di anni fa un Naxi di nome Dingba Shiluo considerava l'acqua come un fratello.

I Naxi hanno una propria fede religiosa, la religione Dongba, e identificano la natura in una divinità chiamata Shu, il fratello dell'umanità nato dallo stesso padre, ma da madre diversa. All'inizio l'uomo e la divinità Shu convivevano in modo armonioso, poi l'uomo divenne sempre più avido, Shu si arrabbiò e i fratelli diventarono nemici. Dingba Luoshi, un maestro religioso Dongba, offrì la propria mediazione con Shu, stabilendo delle regole. Da allora l'uomo riprese ad avere buoni rapporti con la natura. Secondo i Naxi, il cielo è padre, la terra madre, gli alberi zii... la foresta, le acque, gli uccelli, gli animali, i pesci, gli insetti e persino l'aria sono tutti fratelli nati dallo stesso padre, ma da madre diversa.

L'antica città di Lijiang ricopre in totale una superficie di soli 3,8 kmq. La città fu costruita sulle colline. Gli edifici, di altezza diversa, sono distribuiti in modo ordinato e le strade sinuose si intrecciano tra loro. L'intera città è composta da numerose case e cortili residenziali d'epoca Ming e Qing, con lo stile architettonico tipico dell'etnia Han. A Lijiang le case sono caratterizzate da diversi elementi, ad esempio "tre stanze e un paravento". Gli anziani abitano nella stanza principale, mentre i figli nelle camere laterali. Di fronte alla stanza principale c'è un grande paravento, sui cui compaiono i versi delle poesie preferiti dai padroni di casa. Un altro elemento architettonico delle case Naxi è rappresentato da "un cortile quadrato e cinque patii". La stanza principale, le camere della servitù e quelle laterali formano insieme un cortile chiuso quadrato, il cui centro è un grande patio aperto. Inoltre ai quattro angoli del cortile ci sono 4 patii più piccoli. La facciata della camera centrale della stanza principale è composta da porte finestre a sei battenti pieghevoli decorate con raffinati motivi, simboli di felicità. Le abitazioni dell'antica città di Lijiang, intrise di ricercatezza, cultura ed eleganza, mantengono lo stile originale degli edifici della pianura centrale cinese del 10° secolo.

"Dongba" in lingua Naxi significa "uomo saggio" o "sciamano". I Dongba si occupano delle cerimonie sacrificali e sono pertanto considerati i principali custodi della cultura dell'etnia Naxi. I dongba sono soliti portare un cappello chiamato "il cappello dei cinque spiriti" poiché su di esso sono raffigurati i 5 spiriti celesti del mondo naturale. Le nacchere di rame che utilizzano durante i riti rappresentano il sole, mentre il tamburello la luna.

Per diventare un autorevole sacerdote Dongba è necessario studiare per un lungo periodo e padroneggiare la scrittura Dongba, composta da oltre 1600 simboli. Prima che i pittogrammi dei Naxi venissero scoperti, si credeva che questo sistema di scrittura fosse scomparso. I Naxi, che vivono nelle zone montagnose della Cina, crearono dei pittogrammi simili a disegni primitivi. Nella lingua dei Naxi questi caratteri pittografici vengono chiamati Sijiu lujiu, che significa "memoria del legno e della pietra". Questi due elementi della natura rappresentati in un unico carattere, nella religione Dongba hanno un significato particolare: il legno è simbolo della divinità femminile, mentre la pietra rappresenta la divinità maschile. Secondo i Naxi tutte le cose e le leggi dell'universo furono create da queste due divinità. La scrittura Dongba è l'unica scrittura pittografica preservata al mondo. I 30 mila testi sacri Dongba scritti con questo tipo di scrittura, ancora esistenti, costituiscono oggi una colossale enciclopedia.

Dietro la Porta monumentale della Fedeltà e della Giustizia, costruita su ordine degli imperatori Ming nel 13° secolo per encomiare la sottomissione e l'ubbidienza dei capi Naxi, si erge un enorme complesso architettonico la cui struttura assomiglia a quella della Città Proibita di Beijing. Nel 1368, quando la corte dei Ming mandò le sue truppe per conquistare la regione dello Yunnan, Ajia Ade, che allora era il capo dei Naxi, si sottomise insieme a tutta l'etnia dei Naxi all'impero Ming e conseguì grandi meriti nelle guerre al seguito delle truppe dei Ming. Il primo imperatore dei Ming, Zhu Yuanzhang, assegnò al capo Naxi Ajia Ade, il cognome Mu, e conferì a lui e ai suoi successori il supremo potere di governare la zona di Lijiang. I governatori di cognome Mu stabilirono il loro regime e la potenza assoluta nella parte nord-occidentale della regione dello Yunnan, di cui Lijiang venne considerata il centro. Nel 14° secolo, i Naxi intrapresero finalmente la strada verso la prosperità e lo sviluppo della loro etnia.

Sfruttando a proprio vantaggio la posizione strategica di Lijiang, nell'area di intersezione tra loYunnan, il Sichuan e il Tibet, i Naxi diedero alla città un importante ruolo commerciale. Seguendo con le loro carovane l'antica via del Tè, nella Cina occidentale, i Naxi esportarono il té del Sichuan e dello Yunnan in Tibet, in India e persino in Nepal, e importando poi pellami, erbe medicinali ed altre merci da vendere nell'entroterra cinese. Grazie a queste attività commerciali, i Naxi ottennero grandi profitti ed rivestirono per un lungo periodo un ruolo dominante nell'ovest della provincia dello Yunnan.

I Naxi svilupparono l'arte dell'artigianato del rame. Le zone circostanti Lijiang sono ricche di minerali di rame che contengono una percentuale di rame che va dal 20 al 50%. La fusione del rame richiede una temperatura di circa 1800 gradi e il processo di fusione dura da una a due ore. Dopo essere stato fuso, il rame viene battuto manualmente. I Naxi iniziarono a produrre ferri di cavallo e pentole di rame per le carovane, oggetti questi che ancora oggi continuano ad essere diffusi nello Yunnan, nel Guizhou e in Tibet.

Le donne Naxi portano una mantellina di pelle sulle spalle, su cui sono raffigurati il sole, la luna e 7 stelle, simboli del duro lavoro che le donne Naxi svolgono dalla mattina alla sera. I bordi degli abiti delle donne Naxi presentano delle decorazioni raffiguranti fiori di vari colori. Anche la tessitura è una delle attività artigianali più diffuse tra le donne Naxi, realizzata con i tradizionali telai dell'etnia.

La lavorazione dell'argento è un'altra attività artigianale tipica dell'etnia Naxi. I procedimenti del taglio, dell'orlatura, della scomposizione in pezzi di dimensione diversa sono tutti eseguiti a mano. I manufatti in argento vengono poi decorati con una grandissima varietà di motivi incisi manualmente.

Il lago Lugu, con un'altitudine di 2685 m e una profondità di 40 m, occupa un'area di circa 50 kmq. Ogni anno in inverno questo luogo diventa il paradiso di numerose specie di uccelli e pesci migratori. Il lago Lugu è uno dei laghi dell'altopiano più limpidi e puri del mondo. Secondo una leggenda, durante il trasferimento verso sud, una parte dell'etnia Naxi, chiamati Mosuo, si stabilì sulle rive del lago Lugu ove stabilì una società matriarcale.

Nelle famiglie Mosuo le figure del padre biologico e del marito sono inesistenti e i figli vengono allevati dalla madre e dagli zii. Secondo i principi della società matriarcale, i fratelli, le sorelle e i figli delle sorelle vivono sempre insieme, così da mantenere puri i rapporti di sangue matriarcali. Sono le donne a scegliere l'uomo, l'uomo scelto può trascorrere la notte con la donna, ma all'alba deve andarsene, in quanto agli uomini non ha il diritto di vivere con lei. Gli innamorati, che si chiamano tra loro Axia, non si sposano e continuano ad abitare con la propria madre. Per i Mosuo una relazione sentimentale si basa solo sui sentimenti e non è assolutamente condizionata dall'aspetto economico o dalla posizione sociale. Le relazioni possono addirittura durare solo qualche giorno, ma tra i Mosuo vi sono anche coppie che rimangono legate per decine d'anni o persino tutta la vita. Il gruppo etnico dei Mosuo, che ha una popolazione di circa 30 mila persone, vive principalmente di agricoltura e non ha una lingua scritta propria. I Mosuo venerano il monte Gemu, che significa donna gigante, in quanto credono che dalla divinità femminile Gemu dipendano il buon raccolto di cereali e la bellezza e la salute delle donne. I Mosuo non posseggono nulla a livello individuale e le proprietà, accumulate di generazione in generazione, appartengono a tutta la famiglia che vive in armonia e con semplicità. Il gruppo etnico dei Mosuo è l'unico al mondo a vivere ancora secondo un modello matriarcale.

I Naxi tramandano anche gli antichi strumenti e le antiche composizioni musicali, risalenti all'VIII secolo dalla Cina centrale. Lo Yunluo, il gong a dieci piatti, e il guqing pipa sono strumenti che ormai non esistono più nelle altre parti della Cina. L'orchestra di musica antica di Naxi è composta da anziani ultra settantenni. Quando muore un componente dell'orchestra, viene appeso il suo ritratto alle pareti del palcoscenico. La solenne musica dei Naxi è quasi un fossile vivente dell'antica musica cinese. L'elegante musica dei letterati di un tempo della Cina centrale ha trovato la sua dimora finale a Lijiang.

Una leggenda Naxi narra che un tempo vivevano a Lijiang due fratelli che combatterono contro i demoni per proteggere il paese. Dopo la loro morte, si reincarnarono nel Monte del Drago di Giada, diventando per sempre la divinità protettrice dell'etnia Naxi.

Il Monte del Drago di Giada è il maggior simbolo della cultura Naxi, e la fonte dello spirito dell'etnia. I Naxi credono che questa montagna, che protegge la città dal freddo del nord, sia stata loro donata dalla natura. L'uomo e la natura sono fratelli. La saggezza semplice ma straordinaria dei Naxi parla di una verità eterna... il rispetto dell'uomo verso la natura. I Naxi rispettano i beni più preziosi offerti dalla natura all'umanità... la terra, l'aria, i monti, i fiumi... per loro tutto ciò appartiene alla natura e ha pertanto una propria dignità. A Lijiang i Naxi vivono armoniosamente con la natura... e quest'antica e magica cittadina è un vero paradiso donato ai Naxi dalla natura.


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