A partire dall’inizio degli anni ’80 del secolo scorso la Cina ha investito risorse umane, materiali e finanziarie nella costruzione di un gran numero di infrastrutture, creando un buon quadro di investimenti per gli imprenditori stranieri. Nel contempo la Cina ha via via emesso più di 500 leggi e regolamenti sull’economia rivolta all’estero, fornendo basi e garanzie legali per gli investimenti esteri. Alla fine del 1997 la Cina ha revisionato la “Lista indicativa dei settori aperti agli investimenti esteri”, incoraggiando e appoggiando gli imprenditori stranieri a investire nei settori dello sviluppo agricolo generale, energetico, dei trasporti, delle principali materie prime, dell’alta e nuova tecnologia, dell’utilizzo generale delle risorse e della tutela ambientale. Secondo i regolamenti della WTO e le promesse fatte dalla Cina all’estero, sono stati riordinati 2300 documenti legali, 830 dei quali annullati e 325 revisionati, completando fondamentalmente il lavoro di riordino e revisione delle leggi e  dei regolamenti dell’economia con l’estero. È stato fondamentalmente costituito un sistema legale sugli investimenti esteri basato su tre leggi fondamentali, ossia la Legge sulle Joint-ventures, la Legge sulle imprese in cooperazione fra Cina ed estero e la Legge sulle imprese a capitale unico estero. Alla fine del 2003 gli imprenditori di più di 170 paesi e regioni del mondo avevano investito in Cina, mentre le imprese con investimenti esteri superavano quota 400 mila; i grandi gruppi finanziari internazionali e le multinazionali prestano grande attenzione alla Cina e quasi tutte le  multinazionali delle 500 grandi mondiali hanno investito in Cina. La Cina è considerata uno dei paesi del mondo col migliore quadro degli investimenti dagli investitori stranieri e dal settore finanziario mondiale.